Guerra contro Berlusconi anche in Spagna: giudici “uccidono” 2 canali Mediaset España

I giudici “uccidono” due canali di Mediaset España: polemica per lo spot-antisentenza

mediaset30 apr – Giudizi, sentenze, campagne pubblicitarie contro le sentenze. Anche in Spagna il gruppo Mediaset si ritrova a combattere contro la magistratura. La Corte Suprema iberica ha annullato l’assegnazione di alcune frequenze del digitale terrestre, assegnate nel 2010 senza gara pubblica, e ne ha decretato la chiusura. Due di queste appartengono a Mediaset España, controllata per il 41,55 per cento da Mediaset.

Dal 6 maggio La Siete e La Nueve dovranno chiudere.

E in Spagna è polemica per lo spot lanciato dai canali del gruppo per protestare contro questa decisione: una famigliola felice (rappresentazione di La7 e La9) viene falciata da un’auto pirata mentre attraversa la strada. Alla fine appare la scritta: “Tra tutti le hanno uccise: in memoria di La7 e La9”.

Lo spot ha suscito le reazioni indignate, soprattutto da parte delle associazioni delle vittime della strada, che lo hanno giudicato “irrispettoso e insensibile”, ( senza minimamente pensare al numero di disoccupati che verrà creato da questa sentenza. Ci si indigna per uno spot e non per il numero di famiglie gettate sul lastrico?? ndr) . L’amministratore delegato Paolo Vasile ha annunciato un ricorso contro la decisione della Corte Suprema con la richiesta di un risarcimento milionario per quello che definisce un “esproprio ingiusto e crudele”.

Ai tempi della battaglia sulle telepromozioni, nei lontani anni Novanta, l’allora Finivest battè il tasto del “Vietato vietare” e schierò in massa tutte le sue stelle a favore della pubblicità e della libera iniziativa d’impresa. Stavolta ha trovato un modo più incisivo per mostrare il proprio disappunto verso chiunque provi a limitarla. Molto meno elegante e sibillino di quello trovato da Mediaset nell’autunno 2013 con una martellante campagna pubblicitaria a base di spot autocelebrativi dell’azienda, all’indomani della condanna di Berlusconi per frode fiscale.

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