Scure della Consulta si abbatte sulla Sardegna: bocciata legge regionale sui cantieri comunali

La scure della Consulta torna ad abbattersi sulla Sardegna: bocciata la legge regionale sui cantieri comunali.

Di Antonella Soddu

consultaChi legifera dovrebbe quantomeno farlo osservando attentamente le disposizioni di legge esistenti e della costituzione stessa onde evitare di incappare nei provvedimenti della Consulta che come si evince dalle ultimi due sentenze “smentisce” chiaramente il legislatore stesso. Ieri la Consulta ha bocciato la legge 40 approvata nel 2004 – “La Corte Costituzionale ha stabilito che il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale.” Oggi tocca per l’ennesima volta alla Sardegna. La Corte Costituzionale boccia una legge regionale della Sardegna , in particolare l’articolo 2 della legge 4 del 2013 https://www.regione.sardegna.it/j/v/1270?s=224127&v=2&c=&t=1&anno= – inerente l’assunzione in cantieri comunali per i disoccupati, e conseguentemente anche la legge 21 dell’agosto dello stesso anno – https://www.regione.sardegna.it/j/v/1270?s=238227&v=2&c=&t=1&anno=

Stop alle assunzione nei cantieri comunali, dunque, perchĂ© secondo i giudici della suprema corte – “i lavoratori impiegati nei cantieri comunali sono perfettamente assimilabili al personale di cui si occupa la succitata norma statale di contenimento della spesa pubblica: essi non sono attinti per l’esercizio di funzioni specifiche del settore sociale (come sostiene, invece, la norma regionale), sicchĂ© non rientrano nelle ipotesi eccezionali d’immunitĂ  dai limiti di spesa in esame riservate alle assunzioni degli enti locali per talune specifiche finalitĂ ” .

Inoltre, sempre secondo la Corte, in parole semplici i vizi di forma nelle suddette leggi sarebbero anche di natura lessicale, come si evince leggendo le stesse motivazioni della sentenza depositata oggi – “le ambiguitĂ  lessicali della normativa regionale in materia di cantieri comunali non consentono di escludere, infatti, che le forme di utilizzazione riflettano moduli prettamente lavoristici. Tant’è che si parla, per richiamare la dizione specificamente adoperata nella disposizione censurata, di assunzioni di progetto”.

Nel frattempo che fine faranno coloro che attualmente sono giĂ  impiegati nei cantieri comunali? Altra domanda da porsi, come giĂ  detto, è quella relativa alle capacitĂ  di chi pensa e scrive le leggi, non valutando bene e/o comunque interpretando le normative vigenti in maniera non del tutto adeguata alle applicazioni effettive. Detto a fatto a pagare, ancora una volta, per l’incapacitĂ  che oramai imperversa in ogni sede istituzionale sono sempre i cittadini. Questa la sentenza depositata oggi – http://www.cortecostituzionale.it/schedaUltimoDeposito.do