4 APR – Un incubo, una scena da film horror? Purtroppo i fatti sono realmente accaduti. A Los Angeles l’80enne Maria de Jesus Arroyo è stata ritrovata nelle celle frigorifere dell’ospedale con il corpo devastato da tagli, ferite, lividi, fratture. I patologi hanno analizzato il cadavere e hanno concluso che l’anziana era viva quando è stata messa nella cella frigorifera. Ha poi disperatamente provato a liberarsi.
Al pronto soccorso i medici avevano stabilito come la donna fosse morta per un arresto cardiaco. Non era così: è morta solo in seguito, nel buio di quella cella, per asfissia. Agghiacciante. I fatti raccontati risalgono al 2010. Oggi, quattro anni dopo, la corte d’Appello della California ha riconosciuto alla famiglia il diritto di far causa all’ospedale di Los Angeles dove la signora è deceduta.
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Ripercorriamo questa vicenda in tutti i suoi passaggi. E’ una sera d’estate, il 25 luglio 2010. I parenti trovano Maria de Jesus Arroyo a terra, in casa. Arriva l’ambulanza, ma all’ospedale i medici non possono far altro che constatare il decesso dell’anziana: il suo cuore ha smesso di battere. Il corpo viene messo in una body bag di plastica, come da prassi, e trasferito in una cella frigorifera dell’obitorio.
Il funerale è in programma quattro giorni dopo: sono gli addetti delle pompe funebri a fare la sconvolgente scoperta. La cerniera del sacco era aperta e sul corpo di Maria abrasioni, tagli, fratture e lividi. In un primo momento i familiari fanno causa all’ospedale per il trattamento oltraggioso del corpo. E’ poi un patologo a fare la scoperta shock: la signora era viva quando è stata posta nel reparto frigorifero della morgue. I parenti chiedono una mega-risarcimento all’ospedale, scrive il Los Angeles Times.
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