Caso Abu Omar, Avvocatura: i magistrati milanesi violarono il segreto di Stato

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14 gen. – Una “grave violazione delle norme sul segreto di Stato”: il presidente del Consiglio “non puo’ essere condizionato ed e’ titolare esclusivo della gestione del segreto di Stato”. Questa la posizione dell’Avvocatura dello Stato espressa oggi in udienza alla Corte Costituzionale sui conflitti di attribuzione sollevati dal governo contro la magistratura sul caso del sequestro dell’ex imam di Milano, Abu Omar.

In particolare, la Consulta e’ chiamata a decidere se accogliere o meno i ricorsi di palazzo Chigi contro la sentenza con cui la Cassazione, nel settembre 2012, ha annullato il non doversi procedere “per segreto di Stato” inizialmente pronunciato dai giudici del merito per gli ex vertici del Sismi, e quella con la quale la Corte d’appello di Milano, in sede di rinvio il 12 febbraio dello scorso anno, ha condannato Niccolo’ Pollari e Marco Mancini rispettivamente a 10 e 9 anni di reclusione. La decisione della Consulta dovrebbe arrivare in tempi brevi: c’e’ chi non esclude possa essere resa nota gia’ in serata.

Non ha preso parte all’udienza di questa mattina (cosi’ come per le altre cause iscritte a ruolo) il giudice Giuliano Amato, che era ministro dell’Interno quando il governo presieduto da Romano Prodi decise, nel 2007, di sollevare il primo conflitto di attribuzione sulla vicenda del sequestro dell’ex imam.

“La Corte di Cassazione ha errato nell’interpretazione delle norme di legge – ha sostenuto l’avvocato dello Stato, Raffaele Tamiozzo – e’ stata una svista, una ‘buccia di banana’ e per noi e’ stato necessario impugnare questa decisione che viola le norme sul segreto di Stato”.

L’Avvocatura ha ricordato in piu’ passaggi la precedente sentenza, del marzo 2009, che la Consulta pronuncio’ sugli altri conflitti tra poteri sollevati in questa stessa vicenda giudiziaria: allora la Corte accolse in parte i ricorsi di palazzo Chigi, affermando che i magistrati milanesi, con la richiesta di rinvio a giudizio degli ex agenti Sismi e con il decreto che dispose il processo, violarono il segreto di Stato.
“Quella sentenza e’ un autorevolissimo precedente – ha rilevato l’avvocato dello Stato, Massimo Giannuzzi – e’ proprio un trattato sul segreto di Stato, di cui la Cassazione ha fatto una bizzarra ricostruzione. La Corte d’appello di Milano ha l’attenuante di essersi dovuta attenere, in sede di rinvio, al ‘dictum’ della Cassazione”.

Secondo l’avvocato dello Stato, “il segreto di Stato attiene alla tutela della ‘salus’ della Repubblica ed e’ di competenza esclusiva del presidente del Consiglio, a cui spetta la salvaguardia dell’ordinamento democratico. Il legislatore – ha continuato Giannuzzi – ha codificato in termini coerenti dal 1977 a oggi, mentre la Cassazione ha deragliato dalla sua funzione ed e’ molto grave questo stravolgimento con cui la Suprema Corte si e’ arrogata il diritto di riformulare l’oggetto del segreto di Stato”.

Per l’Avvocatura e’ anche illegittima la mancata sospensione del procedimento da parte dei giudici di secondo grado in sede di appello bis. Se la Consulta decidera’ di accogliere i conflitti sollevati dal governo, il processo penale a carico degli ex agenti Sismi dovrebbe ‘retrocedere’ alla prima sentenza d’appello, quella con cui i giudici milanesi avevano pronunciato nei confronti di Pollari, Mancini e altri tre agenti del Sismi (Luciano Di Gregorio, Giuseppe Ciorra e Raffaele Di Troia, condannati a 6 anni nell’appello bis) il non luogo a procedere. Questo eventuale nodo giudiziario, sulla base anche delle motivazioni che dara’ la Corte Costituzionale, dovrebbe essere sciolto in Cassazione il 24 febbraio prossimo.

A quella data, infatti, e’ stata rinviata dai giudici di piazza Cavour l’udienza in cui saranno esaminati i ricorsi degli ex vertici del Sismi contro la sentenza di condanna emessa nel secondo processo d’appello. La Cassazione aveva rinviato l’udienza, inizialmente fissata in dicembre, proprio in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale. Sul processo, in ogni caso, pende anche la ‘scure’ della prescrizione: i termini, congelati al momento dalla Cassazione, sarebbero dovuti maturare il 6 febbraio prossimo. (AGI) .

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