
13 nov – Si chiama “clausola di salvaguardia” che, tradotto dal linguaggio tecnico, vuol dire “fregatura”. Accade questo: nella legge di StabilitĂ sarĂ inserita una clausola di salvaguardia che prevede 20 miliardi di nuovi aggravi fiscali dal 2015 al 2016. A Palazzo Chigi spiegano che si tratta di una garanzia da dare alla Commissione europea suil fatto che l’Italia rispetterĂ il percorso di risanamento dei conti pubblici e che ha una sorta di “piano B”.
La norma dovrebbe essere generica e il piano prevede che nel corso del 2014 con un decreto del Presidente del Consiglio si individueranno tutti gli interventi necessari a realizzare 3 miliardi di maggiori entrate nel 2015, 7 miliardi nel 2016 e 10 nel 2017. Come? Si potrĂ ricorrere al taglio delle agevolazioni fiscali, a detrazioni, deduzioni ed edenzioni. Ma anche all’aumento di aliquote di prelievo ed imposte alle accise. In pratica l’aumento di benzina, sigarette e alcol. Si ricorrerĂ a queste maggiori entrate nella misura in cui i 20 miliardi nel triennio non verranno assicurati dai tagli di spesa che dovrebbero essere individuati dal Commissario per la spending review Carlo Cottarelli.
E’ la solita casta! Indovinate da dove viene lo stipendio di Cottarelli?
Intanto per il 2014 scatterĂ una riduzione dell’aliquota delle spese detraibili (mediche, istruzione etc) dal 19% al 18%. La detraibilitĂ al 18% colpirebbe le spese effettuate nel 2013 portate a sconto nella dichiarazione del 2014. Il punto è che se non si raggiungerĂ l’obiettivo, la percentuale dello sconto fiscale scenderĂ al 17% nel 2014.
Toni accesi – Intorno alla legge di StabilitĂ sta crescendo la tensione politica: il vicemistro Pd Stefano Fassina ha addirittura minacciato le dimissioni e i sindacati hanno giĂ annunciato scioperi. Il provvedimento dovrebbe essere licenziato in prima lettura e passare all’esame della Camera entro il 15 novembre. Il percorso parlamentare del testo di “finanziaria” messo a punto dal governo e trasmesso a Bruxelles per il vaglio della Commissione Ue si annuncia accidentato.
I due maggiori partiti di maggioranza preannunciano “un attento esame” che sfocerĂ con ogni probabilitĂ nell’approvazioni di modifiche, anche se non dovranno comunque cambiare i saldi di bilancio inscritti nella nota di aggiornamento al Def giĂ approvata dal Parlamento. Le principali mine vaganti, per la tenuta dell’intelaiatura costruita da Letta e Saccomanni, sono l’individuazione delle coperture finanziarie previste, le relative clausole di salvaguardia e il peso redistributivo del nuovo sistema di imposizione locale che subentrerĂ all’Imu sulla prima casa.
