Gay, Corte UE: dare “status di rifugiato” a chi è perseguitato per l’orientamento sessuale

gay7 nov. – Gli omosessuali che fuggono da un paese in cui sono considerati alla stregua di criminali possono ottenere in Europa lo status di rifugiati. Lo certifica una sentenza della Corte Ue di Giustizia secondo la quale gli omosessuali che richiedono l’asilo possono configurare un particolare gruppo sociale esposto al rischio di persecuzione a causa del loro orientamento sessuale: l’esistenza, nel paese d’origine, di una pena detentiva per atti omosessuali qualificati come reato puo’, di per se’, costituire un atto di persecuzione, purche’ tale pena trovi effettivamente applicazione. Infatti, ricorda la Corte, secondo le norme Ue, il cittadino di un paese terzo il quale, per il timore fondato di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalita’, opinione politica o appartenenza ad un determinato “gruppo sociale”, si trovi fuori dal paese di cui ha la cittadinanza e non possa o, a causa di tale timore, non voglia avvalersi della protezione di detto paese, puo’ chiedere lo status di rifugiato.

Gli atti di persecuzione devono essere sufficientemente gravi, per loro natura o frequenza, da rappresentare una violazione grave di diritti umani fondamentali. La sentenza fa riferimento alla richiesta di 3 cittadini provenienti da Sierra Leone, Uganda e Senegal, che hanno chiesto lo status di rifugiati nei Paesi Bassi, sostenendo di avere il fondato timore di persecuzione nei loro paesi d’origine, a causa del loro orientamento sessuale. In tutti e tre i paesi gli atti omosessuali configurano infatti reati passibili di pene severe, che vanno da pesanti sanzioni pecuniarie fino, in taluni casi, all’ergastolo. Il Consiglio di Stato olandese si e’ rivolto alla Corte di giustizia europea che oggi ha pronunciato la sentenza.

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