Manocchia: “Fiorino d’oro, dopo a cani e porci, finalmente a Zeffirelli”.

FIRENZE, 13 Apr – Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha annunciato l’assegnazione del Fiorino d’oro a Franco Zeffirelli. Intervistato nella trasmissione di Rai Radio Uno Prima di tutto, condotta da Paolo Salerno e Francesca Romana Elisei, Renzi ha assicurato che il prestigioso riconoscimento cittadino sara’ consegnato in una data da concordare con lo stesso regista ottantanovenne. La decisione e’ arrivata al culmine di una campagna alimentata sul web da un gruppo di cittadini del capoluogo toscano, critici con le passate amministrazioni per non avere mai reso omaggio con il Fiorino d’oro ne’ a Zeffirelli, ne’ a Oriana Fallaci.

”Non viviamo per i premi – ha commentato il maestro ai microfoni di Prima di tutto – la mia citta’ mi ha gia’ premiato insegnandomi tante cose che mi sono servite nel mondo, certo – ha concluso Zeffirelli con il consueto tono caustico – in passato il Fiorino d’oro lo hanno dato a cani e porci, soprattutto con un occhio alla politica”.                             

Mi piace ricordare l’aneddoto secondo il quale, il Maestro, dopo la morte di Oriana ebbe ad acquistare  in via della Condotta un Fiorino per poi infilarlo nella bara di Oriana Fallaci.  In proposito disse: «Se Firenze decidesse di offrirmi il Fiorino d’Oro, per coerenza dovrei mettere delle condizioni» e agggiunse: «Confesso: credevo di averlo ricevuto. Mi accorsì di non possederlo quando morì».

In segno di protesta alla città di Firenze che da sempre ha negato a Oriana Fallaci il Fiorino d’oro, massima onorificenza della città, Zeffirelli infilò nella tomba di Oriana quello che lui stesso non aveva mai ricevuto. “Firenze è ingrata, il resto di Firenze fa veramente schifo“, disse Zeffirelli ai giornalisti presenti. E aggiunse: “Eravamo amici da sempre, lei era una fiorentinaccia che faceva paura a tutto il mondo”. Poi il regista soffermandosi sulla cerimonia disse: “E’ stata molto bella, così come dovrebbe essere fatta sempre. Sono stati ricordati i momenti lieti della sua vita e ne esco lieto e non depresso. Nessuno piangeva, volevamo esserle vicini senza sofferenza… Poteva aspettare, porca miseria… “ ha concluso il regista.

Zeffirelli annunciò che ci sarebbe stata una cerimonia di commemorazione nelle successive settimane a Firenze. “Abbiamo deciso come cittadini di farle un omaggio da amici fra un mese – annunciò il regista – ma non una di quelle cerimonie del cavolo, dove tutti parlano bene del morto. Voglio fare vedere a questi mascalzoni, perché il mondo non ha bisogno ma i mascalzoni sì, che tutta la città la rimpiange”.

All’epoca il Maestro dichiarò che avrebbe accettato il “Fiorino d’Oro”, soltanto dopo aver stipulato un “patto”, magari con il sindaco Renzi, che sigillasse, ad esempio, la volontà rispettare quella che, secondo il regista, è «sempre meno Firenze». Meno autorevole, meno aggraziata, e pure scempiata da «obbrobri» come «l’inguardabile» palazzo di giustizia di Novoli o «una scatola da scarpe che non voglio assolutamente mi venga intitolato» come il teatro dell’Opera. Ovviamente all’epoca nè Zeffirelli e tantomeno i fiorentini si sognavano di consentire ai maomettani affiliati ai fratelli musulmani di deturpare questo paradiso di arte e di cultura, città di Dante Alighieri e di Oriana Fallaci  con lo squallore e il degrado di una moschea.

Armando Manocchia Presidente Associazione “Una Via Per Oriana” editore di: www.thankyouoriana.it Fondatore del “Memorial Oriana Fallaci”,  “Premio Oriana Fallaci” e “Borsa di Studio Oriana Fallaci”.

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