Una figura “divisiva” e parole “usate per giustificare atteggiamenti discriminatori verso il mondo islamico”
Sono queste le principali ragioni che hanno spinto la maggioranza del consiglio comunale di Livorno a respingere la proposta di intitolare una via cittadina a Oriana Fallaci. L’iniziativa, promossa dai consiglieri Guarducci (Forza Italia) e Vaccaro (Alternativa Popolare), puntava a celebrare la giornalista toscana le cui radici materne affondano proprio nella città labronica.
Il legame tra Livorno e gli avi di Fallaci è stato ricordato dalla stessa scrittrice nel suo romanzo storico postumo del 2008, *Un cappello pieno di ciliege*. Nel libro, la Fallaci racconta del viaggio di uno dei suoi antenati dal porto di Livorno verso il “nuovo continente”. Tuttavia, per l’amministrazione comunale questa connessione si è rivelata troppo debole per giustificare un riconoscimento ufficiale.
Secondo la maggioranza di centrosinistra guidata dal Pd, le posizioni espresse dalla giornalista non rifletterebbero i valori di tolleranza e integrazione che da sempre caratterizzano Livorno. Questa valutazione, definita da alcuni come “discutibile”, ha quindi portato al rifiuto della proposta, suscitando un acceso dibattito sul significato e i confini del riconoscimento pubblico.
A destra si alzano le polemiche: “Nel giorno del suo 96esimo compleanno, ricordiamo una voce libera, coraggiosa, mai piegata al politicamente corretto. “La libertà è un dovere, prima che un diritto”. Ancora oggi, il suo esempio e le sue parole continuano a ispirare chi non ha paura di pensare con la propria testa. Incomprensibile che ci siano amministrazioni di sinistra in Italia – come in questi giorni a Livorno – che si oppongono all’intitolazione di una via in sua memoria. Buon compleanno, Oriana Fallaci”. Lo scrive su Facebook il vicepremier Matteo Salvini.
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