L’ultima crociata, Boldrini paladina dei detenuti

Laura Boldrini

Laura Boldrini è tornata a indossare i panni della pasionaria unendosi alla crociata di chi contesta il decreto Sicurezza

di Francesca Galici – A suo avviso, con le carceri sovraffollate non bisognerebbe punire i violenti. L’esternazione dell’ex presidente della Camera è arrivata a seguito della sua visita al carcere di Grosseto, dove ha appurato che “su una capienza regolamentare di 15 persone, al momento ne sono detenute 26 che in alcune circostanze diventano 30. Prossimamente potrebbero arrivare a 33”.

Eppure, dice Boldrini, nonostante il problema del sovraffollamento delle carceri italiane, “il governo Meloni, invece di pensare misure risolutive, continua a inventare nuovi reati e ad alzare le pene”. E, aggiunge l’onorevole del Pd, “lo fa anche con il cosiddetto decreto Sicurezza che dovremmo chiamare ‘decreto repressione’. Un provvedimento che prevede, tra l’altro, nuovi reati per i detenuti anche in caso di resistenza passiva, cioè totalmente non violenta”.

Boldrini non spiega quali possono essere le misure risolutive per il problema del sovraffollamento carcerario ma, come ha già fatto Ilaria Salis, solleva un probema senza dare continuità. Ma, soprattutto, sembra voler indicare che a fronte dell’elevato numero di detenuti, l’Italia non debba punire chi viola la legge con nuovi reati che si adattano alla nuova realtà. Fa riferimento all’inserimento della resistenza passiva tra i nuovi reati introdotti per chi si trova già in condizioni di detenzione.

Le rivolte in carcere si sono fatte sempre più violente e più pericolose, per detenuti e per agenti della Polizia Penitenziaria. Non di rado accade che alcuni detenuti facciano resistenza passiva per impedire agli agenti di intervenire nei confronti di altri che in quel momento stanno attuando violenza. Oppure, casi più frequenti, detenuti che si rifiutano di tornare in cella causando una situazione di potenziale pericolo all’interno della struttura.

Lo chiama “decreto Repressione” con disprezzo ma, soprattutto, non ricorda che quando lei era presidente della Camera dal 2013 al 2018, 5 anni durante i quali si sono susseguiti tre governi a guida Pd (Letta, Renzi e Gentiloni), il sovraffollamento carcerario era
sempre molto alto. Verso la fine della sua presidenza alla Camera, il sovraffollamento carcerario era a quota 120% a livello nazionale, con situazioni di criticità e punte molto più alte in diversi istituti.
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