Piemonte, arriva il blocco dei diesel Euro 5: da ottobre ferme 250mila auto

vigili Torino

https://torino.corriere.it –  C’è chi spera — senza ammetterlo — che arrivi un’altra proroga. Ma già due anni fa la scadenza era stata fatta slittare di un anno, e al momento non se ne parla nemmeno. Così, la giunta Cirio — per ora — non ha potuto fare altro che prendere atto delle regole vigenti e confermare le misure antismog che scatteranno dal primo ottobre 2025: il blocco definitivo dei diesel Euro 5 nei Comuni con più di 30 mila abitanti, da Torino a Novara, da Alessandria ad Asti.

Del resto, il divieto è diventato legge due anni fa, con il decreto del ministro dell’Ambiente, il piemontese Gilberto Pichetto, che anzi, in quell’occasione, concesse la proroga ai veicoli immatricolati tra il 2011 e il 2015.

Nessuna campagna informativa

A quattro mesi dallo stop, però, sembra che la Regione resti ancora in attesa: nessuna campagna informativa, né altri provvedimenti, se non la promessa di «sensibilizzare» i piemontesi coinvolti (250 mila auto in tutta la regione) e il rimando al Move-In, la cosiddetta scatola nera che permette ai veicoli bloccati di circolare per un numero limitato di chilometri (fino a 9 mila). Non a caso, a inizio aprile, i Comuni dell’hinterland torinese avevano chiesto rassicurazioni, sollevando non poche preoccupazioni per l’impatto che il divieto avrà sulla popolazione. In quell’occasione l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati ha annunciato la creazione di una struttura operativa della Regione, che dal 1° giugno si occuperà di sviluppare soluzioni innovative per migliorare la qualità dell’aria. L’obiettivo: una riduzione del 30-40% delle emissioni.

Si rischia il bis del 2023

La speranza, non detta, è che si riesca a spuntare qualche ulteriore mitigazione sul blocco dei diesel Euro 5, per limitarne la portata. E la questione sarà al centro di una riunione con le altre regioni del cosiddetto Bacino padano il prossimo 19 maggio.

«La giunta ha confermato l’entrata in vigore del divieto strutturale dal prossimo autunno — sottolinea la capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Alice Ravinale, che sulla faccenda ha chiesto e ottenuto risposta durante un question time —, ma la Regione non ha ancora approvato alcun provvedimento per l’applicazione delle misure. Anzi, aveva lasciato intendere che fosse possibile un’ulteriore proroga dello Stato».

Il rischio è che, nell’attesa di un nuovo provvedimento salva-Euro 5, si arrivi a ridosso del blocco senza certezze, proprio come nel 2023, quando a pochi giorni dall’entrata in vigore della misura che avrebbe riguardato (allora) i Comuni sopra i 10 mila abitanti, si scatenò il panico tra gli automobilisti, salvo poi arrivare per decreto a un proroga in due tempi.
Nonostante il rinvio, la Regione aveva proposto misure alternative, come la rottamazione di autobus inquinanti e incentivi per l’efficienza energetica, ma le opposizioni avevano comunque criticato il provvedimento, definendolo solo un «cerotto su una ferita aperta».

Piano qualità dell’aria

Due anni dopo la situazione non è cambiata. «La rete di trasporto pubblico continua a essere totalmente inadeguata, e gli incentivi per sostituire i veicoli più inquinanti sono pochi e inefficaci», accusa la consigliera Ravinale.
Pochi mesi fa la Regione ha approvato un nuovo piano per qualità dell’aria 2024-2030, che prevede un budget di 4 miliardi di euro, di cui 2,9 miliardi per la mobilità. Ma tra sostituzione di bus, forestazione urbana e biocarburanti, il tempo stringe.

«La transizione ecologica va accompagnata, non fatta subire — afferma Ravinale —. Rischiamo di rivivere il penoso film di due anni fa, quando migliaia di piemontesi scoprirono all’ultimo che le loro auto erano fuorilegge. La giunta Cirio si salvò grazie al governo, ma ora?». Il sospetto è che la giunta Cirio speri in un altro rinvio da Roma, ma il conto alla rovescia è già iniziato.

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