MILANO, 22 GEN – “Iveco rischia di essere acquisita dai cinesi svendendo così un marchio storico italiano e mettendo a rischio i circa 4 mila posti di lavoro dei poli produttivi di Brescia e Mantova”: lo afferma l’europarlamentare pavese della Lega, Angelo Ciocca, che ha presentato oggi una interrogazione sul tema alla Commissione Europea.
Ciocca chiede “quali misure si intenda mettere in campo per tutelare i lavoratori Iveco da possibili licenziamenti previsti dalla nuova proprietĂ cinese” e sottolinea che “l’Italia non è in svendita nĂ© tantomeno devono esserlo i suoi marchi storici vitali per il tessuto produttivo industriale; i marchi nazionali devono essere difesi e dare occasioni di lavoro ai cittadini italiani e non essere oggetto di dumping”.
“Non bastavano i milioni di morti causati da una pandemia nascosta sul nascere dalla Cina e neanche i milioni di posti di lavoro andati in fumo. Oltre al danno la beffa – conclude l’europarlamentare -. Le aziende italiane che con enormi sacrifici riescono a rimanere a galla, non certo grazie al sostegno di questo governo, rischiano di essere comprate proprio da societĂ cinesi”. (ANSA).
(COMUNICATO STAMPA) L’Eurodeputato Danilo Oscar Lancini (Lega) interviene sul tema dell’annunciata cessione di IVECO da parte di CNH Industrial ai cinesi del gruppo automobilistico cinese FAW Jiefang.
«Dopo la fusione di FCA con Peugeot, in cui lo Stato francese avrà influenza decisiva nel CdA, la società che fa riferimento alla famiglia Elkann-Agnelli torna alla carica con una trattativa per vendere IVECO ai cinesi.
Si tratterebbe – spiega Lancini – di un autentico salto nel buio per una realtĂ che solo a Brescia conta 1800 fra operai ed impiegati, una realtĂ produttiva di eccellenza per veicoli commerciali e autobus che recentemente ha saputo investire anche nella mobilitĂ del futuro. Ad oggi la prospettata vendita al gruppo FAW non fornisce alcuna certezza su temi decisivi come la produzione e l’occupazione: dietro l’angolo vediamo ancora una volta lo spettro di delocalizzazioni e di impoverimento dell’intero indotto.
Come nel caso del recente Accordo Globale sugli investimenti fra UE e Cina, si lascia totale libertĂ di manovra a fronte di vaghe promesse. Non dobbiamo accettare una situazione ormai generalizzata in cui realtĂ economiche cinesi, dopo la crisi del covid, acquistano marchi e know-how in Europa grazie ad una soliditĂ economica costruita sulla concorrenza sleale, i diritti umani calpestati ed il mancato rispetto delle piĂą elementari norme ambientali e del lavoro.
La vicenda IVECO – conclude Lancini – ad oggi è l’ennesimo schiaffo alla produzione italiana, con un grave colpo alla filiera del settore ed in prospettiva anche all’occupazione: un serio campanello d’allarme per la politica e il mondo economico».

