La crisi non è uguale per tutti

 

parlamento-ferie

di Stefano Davidson

Considerato il numero di aziende che chiudono (alla faccia della balle leopoldiche) e la gente che si suicida, quella al di sotto la soglia di povertà e quella che non mette insieme il pranzo con la cena, l’immigrazione e la criminalità, nonché la necessità immediata di attuare la Costituzione e fare subito una legge elettorale seria, fatta da persone serie al fine di eleggere finalmente un governo che abbia possibilmente qualcosa di più del 17% di fiducia da parte dei cittadini come succede oggi, il Parlamento e il Senato, o meglio, i parlamentari e i senatori che fanno? Chiudono per ferie.

Ma mi pare ovvio, faticare a partorire una porcata come l’ennesimo salvataggio ai pozzi senza fondo a loro volta indebitati con BCE per cui con l’FMI e con chi soprattutto ne tira i fili non e stata impresa da poco.

Riuscire ad addebitare oltre che ai correntisti, anche al resto della popolazione, le porcate fatte dalle banche ormai al default “a prescindere”, e dopo un NO piu politico che non si può, è roba da faccia come il culo supercompetition.

Ciò significa che quanto “manovrato” nel buco nero finanziario privato non tornera mai indietro. Un po’ come successo per lustri con le casse integrazione della FIAT.

Quindi terminata la titanica impresa di sputtanare l’economia del Paese, ora, grazie ai 19 giorni di ferie in piena emergenza, ci sputtaneranno ulteriormente agli occhi del mondo mostrando un Paese in mano a golpisti che dell’opinione pubblica e della pubblica decenza se ne “futtono i cabbasisi” e probabilmente un’opinione pubblica che pubblica sui Social ma col cazzo che scende in piazza come si deve.

Tu ti lamenti
ma che ti lamenti
pigghia nu bastune
e tira fora li renti

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