Soldi nei paradisi fiscali, la fuga di notizie “Panama Papers”

 

Poroshenko-salman

Una gigantesca massa di denaro dirottata da studi legali internazionali e banche verso paradisi fiscali per conto di criminali, leader politici, icone dello sport e della cultura, terroristi e funzionari d’intelligence. La denunciano milioni di documenti denominati “Panama papers”, fatti trapelare sui media internazionali dal collettivo di giornalismo investigativo (Icij) che riunisce professionisti dell’inchiesta di oltre 100 media in 76 paesi.I documenti sono stati fatti trapelare da una fonte di uno studio legale panamense non molto noto, Mossack Fonseca, con sedi a Miami, Hong Kong, Zurigo e 35 altre località.

Si tratta di una gigantesca massa di denaro dirottata da studi legali internazionali e banche verso paradisi fiscali per conto di criminali, leader politici e funzionari d’intelligence come denunciano milioni di documenti fatti trapelare sui media internazionali, già battezzati Panama Papers. Fra i beneficiari di questi schemi ci sarebbero persone indicate come vicine al presidente russo Vladimir Putin,  familiari del leader cinese Xi Jinping, del presidente ucraino Poroshenko, del re saudita, dei premier di Islanda e Pakistan.

Le rivelazioni sono contenute in milioni di documenti fatti trapelare da uno studio legale non molto noto, Mossack Fonseca, ma con sedi a Miami, Hong Kong, Zurigo e 35 altre località. Documenti passati al giornale tedesco Suddeutsche Zeitung e da questo condivisi poi con un pool di reporter investigativi di vari media internazionali fra cui i britannici Guardian e Bbc. Per l’Italia l’esclusiva è de L’Espresso.

Il Guardian si concentra in apertura della sua edizione online solo su Putin, che viene ritenuto coinvolto indirettamente attraverso la figura di Sergei Roldugin: un musicista, indicati fra i migliori amici del presidente russo e padrino di una delle sue figlie, che sarebbe il terminale almeno nominale di uno spostamento di due miliardi di dollari partiti da Bank Rossya, un istituto di credito guidato da Yuri Kovalciuk, che gli Usa sostengono essere una sorta di banchiere del Cremlino, indirizzati verso Cipro e il paradiso off-shore delle Isole Vergini Britanniche. Sospetti che peraltro il Cremlino respinge come una montatura, assicurando che la Mosca ha i mezzi per difendere in sede legale la reputazione di Putin.

Documenti pure su Xi Jinping e Poroshenko

Altri media coinvolti nella rivelazione di questi leaks allargano da parte loro il campo delle personalità al centro dei sospetti. Personalità fra cui figurano esponenti dello spettacolo e dello show business, accanto a criminali e trafficanti, ma anche altri leader politici o persone a loro vicine. Haaretz, oltre a soffermarsi su businessman e personaggi pubblici israeliani, cita ad esempio aziende che secondo le carte dello scandalo farebbero riferimento ai capi di governo di Islanda e Pakistan. E inoltre somme sottratte al fisco da familiari di Xi Jinping, dalla famiglia del presidente filo-occidentale ucraino Poroshenko. Nei documenti anche società che sarebbero riconducibili a 33 sigle o individui inseriti nella lista nera degli Usa, per connessioni con i signori della droga messicani, con organizzazioni definite terroristiche come gli Hezbollah sciiti libanesi e con Stati come Corea del Nord o Iran.

Nelle carte anche Lionel Messi e Jackie Chan

Nelle carte dello scandalo sulla rete di banche e studi legali che avrebbero dirottato di nascosto miliardi di dollari verso paradisi fiscali a vantaggio di criminali, leader politici e vip vari, figurano anche il calciatore Lionel Messi e l’attore cinese Jackie Chan. Accanto, nell’immensa lista dei Panama Papers, anche i re del Marocco Mohamed VI, e quello dell’Arabia Saudita Salman, che furono aiutati da Mossack Fonseca – lo studio legale che risulta all’origine della diffusione di questi documenti – nell’acquisizione di yacht di lusso.

Pure il padre di Cameron

C’è anche il nome del padre dell’attuale primo ministro britannico, David Cameron, morto nel 2010. Citati anche dirigenti sportivi sudamericani già comparsi nello scandalo Fifa, come l’ex vicepresidente del calcio mondiale Eugenio Figueredo e suo figlio Hugo, nonché l’uruguaiano Juan Pedro Damiani, del comitato etico della stessa Fifa. Il nome di Messi viene collegato ad una società con sede a Panama denominata Mega Star Enterprises Inc. e creata nel 2012 – apparentemente per sottrarre capitali al fisco – da Mossack Fonseca.

Anche Luca di Montezemolo, l’imprenditore Giuseppe Donaldo Nicosia, il pilota Jarno Trulli oltre a Ubi e Unicredit» sono le persone e le società italiane che compaiono nei ‘Panama Papers’

I numeri della mega fuga notizie

Oltre 11 milioni di documenti segreti analizzati per un anno da 300 giornalisti di 76 paesi diversi. Ecco tutti i numeri dei “Panama Papers”.
11,5 milioni (2,6 terabyte) – i documenti segreti analizzati dai giornalisti per oltre un anno.
307 – i giornalisti di tutto il mondo che si sono occupati dell’inchiesta riuniti nell’International Consortium of Investigative Journalists.
76 – i Paesi dai quali provengono i reporter.
140 – tra politici, personaggi famosi, imprenditori e sportivi o persone a loro vicine citate nei documenti segreti.
12 – i leader politici tra re, presidenti e primi ministri coinvolti dallo scandalo * 33 – tra persone e società citate nell’inchiesta sono inserite nella ‘lista nera’ degli Stati Uniti per legami con il terrorismo.
214.000 – le società offshore che compaiono nei file, legate a oltre 200 paesi diversi.
38 anni – dal 1977 al 2015, gli anni ai quali fanno riferimento i documenti.
14.000 – i clienti dello studio legale di Panama Mossack Fonseca, al centro dello scandalo, che ha uffici in 42 paesi in tutto il mondo e 600 impiegati.

con fonte TISCALI

 

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