New York: Mamdani primo sindaco musulmano, voce della sinistra progressista

Zohran Mamdani, New York

Zohran Mamdani, 34 anni, deputato del Queens e membro dei Democratic Socialists of America, è stato eletto sindaco di New York

È il primo musulmano nella storia della città a ricoprire la carica e uno dei più giovani in assoluto. La sua vittoria, maturata contro l’ex governatore Andrew Cuomo, segna una svolta politica per la Grande Mela e per l’intero Partito Democratico, con un chiaro spostamento verso la sinistra progressista. Figlio dell’accademico ugandese Mahmood Mamdani e della regista indiana Mira Nair, il nuovo primo cittadino incarna la diversità culturale e religiosa di una metropoli in costante trasformazione.

Origini e formazione

Nato a Kampala, in Uganda, il 18 ottobre 1991, Zohran Kwame Mamdani è cresciuto in un ambiente intellettuale e multiculturale. Il padre, Mahmood Mamdani, è uno dei più noti studiosi africani di politica e colonialismo, mentre la madre, Mira Nair, è una regista di fama internazionale autrice di film come Monsoon Wedding e The Namesake. La famiglia si è trasferita prima in Sudafrica e poi a New York, dove Zohran è arrivato all’età di 7 anni. Dopo la laurea in Africana Studies al Bowdoin College, nel Maine, ha lavorato nel sociale come consulente per l’assistenza abitativa, esperienza che ha influenzato profondamente la sua visione politica.

Dall’attivismo alla politica

Impegnato nei movimenti per i diritti degli inquilini e per il trasporto pubblico accessibile, Mamdani si è distinto come attivista di quartiere nel Queens. Nel 2020 è stato eletto all’Assemblea di Stato di New York, rappresentando il 36° distretto (Astoria e Long Island City). Da deputato si è fatto conoscere per le sue posizioni radicali su temi come l’housing pubblico, la giustizia sociale e la tassazione delle grandi imprese. Appartenente alla corrente socialista del Partito Democratico, si è definito “un rappresentante del popolo contro l’élite finanziaria”.

La campagna e la vittoria

La candidatura a sindaco, annunciata nel 2024, ha rapidamente catalizzato l’attenzione mediatica. Nelle primarie democratiche Mamdani ha superato candidati più noti grazie a una campagna dal basso, sostenuta da giovani, sindacati e comunità multietniche. Alle elezioni del 4 novembre 2025 ha sconfitto Andrew Cuomo, che si era presentato come indipendente, e il repubblicano Curtis Sliwa. Il suo programma propone un ampio piano per l’edilizia pubblica, il trasporto gratuito o fortemente scontato, un aumento del salario minimo fino a 30 dollari l’ora entro il 2030, e nuove imposte per corporation e grandi patrimoni. Le testate internazionali hanno definito la sua vittoria “storica”, sottolineando la portata simbolica di un sindaco musulmano alla guida della città più cosmopolita degli Stati Uniti.

Un profilo ideologico e culturale

Zohran Mamdani è un esponente della nuova sinistra urbana americana. Membro della Democratic Socialists of America, si ispira a figure come Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez. La sua fede musulmana e la sua identità plurale lo hanno reso un simbolo della rappresentanza delle minoranze e della generazione millennial nella politica statunitense. Il suo percorso riflette una sintesi tra radici familiari cosmopolite e attenzione alle disuguaglianze locali. Più volte ha affermato che “una città giusta è quella in cui anche chi guadagna meno può vivere vicino al luogo di lavoro e spostarsi senza barriere economiche”.

Le sfide che lo attendono

Con l’insediamento previsto per il 1° gennaio 2026, Mamdani erediterà una città segnata da profonde disuguaglianze economiche, un mercato immobiliare in crisi e un bilancio municipale sotto pressione. Le sue priorità saranno la costruzione di nuove abitazioni popolari, la riforma del sistema dei trasporti e la gestione della sicurezza urbana, temi su cui dovrà trovare un equilibrio tra idealismo e realismo amministrativo. L’elezione di Mamdani rappresenta una svolta storica, ma anche una sfida politica senza precedenti: trasformare una visione socialista in politiche concrete, in una città simbolo del capitalismo globale.
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