Per la prima volta nella storia dell’Eurocamera, la Sinistra Europea ha depositato una mozione di censura alla Commissione, parallelamente a quella presentata mercoledì dal gruppo di estrema destra Patriots for Europe. A finire nel mirino della Sinistra Ue è la leader dell’esecutivo, Ursula von Der Leyen, sempre più spostata a destra.
Il gruppo di sinistra ha raggiunto le 72 firme (un decimo dei membri del Parlamento) necessarie per dare il via al processo. Tra gli eurodeputati che hanno firmato la mozione di sfiducia, compaiono i 46 membri del gruppo The Left (che ha presentato il provvedimento) e 26 deputati provenienti da altri gruppi politici, come i Verdi – per la maggior parte spagnoli e italiani – e S&d.
Perché la sinistra ha presentato una mozione contro von der Leyen
Ci sono due motivazioni che hanno spinto la Sinistra Ue a depositare una mozione di censura contro l’esecutivo europeo e la sua leader, finalizzata a provocare le dimissioni del Collegio dei Commissari: la strategia commerciale della Commissione europea (e l’accordo siglato tra von Der Leyen e il presidente Usa Donald Trump) e la sua posizione sulla guerra a Gaza.
Il gruppo di sinistra che popola l’europarlamento ha bollato l’accordo commerciale Ue-Usa come “pregiudizievole, asimmetrico, non reciproco” e “intrapreso senza un mandato democratico”. La Sinistra non risparmia critiche nemmeno per l’accordo di libero scambio tra Ue e il gruppo Mercosur, composto da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, imputato di uccidere l’agricoltura europea.
Alla Commissione viene contestata la sua posizione su Gaza, nonostante la decisione di sospendere l’accordo di associazione Ue-Israele sulle questioni commerciali, come anticipato da Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione di ieri, 10 settembre. I 72 eurodeputati hanno attaccato “l’incapacità della Commissione di agire”, chiedendo “l’immediata sospensione dell’accordo di associazione Ue-Israele, l’imposizione di sanzioni a Israele e un embargo globale sulle armi”.
Il passo successivo prevede ora la verifica della validità dei testi e delle firme delle due mozioni di censura, una dalla Sinistra Ue e una dai Patrioti, secondo l’articolo 131 del Regolamento di procedura. Una volta conclusa la validazione, la Conferenza dei presidenti deciderà quando calendarizzare il voto. Se i tempi di controllo saranno rapidi, si potrebbe arrivare a una votazione già nella prima plenaria di ottobre, prevista dal 6 al 9 a Strasburgo.
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