di Rosario Marcianò – Il 25 febbraio 2025 l’ex dipendente (operatore di terra) presso l’aeroporto di Malpensa, Enrico Gianini, viene prelevato di forza sotto casa da agenti della Polizia, a seguito di un mandato del Giudice si sorveglianza, il quale ha disposto il ricovero per un anno presso la REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Castiglione degli Stivieri (Mn). Si tratta di un ex manicomio criminale che, a seguito delle nuove leggi, varate di qui a pochi anni or sono, ha visto modificare minimamente l’approccio a quelli che, secondo la psichiatria sono definiti malati, anche se, in realà, nessuno ha potuto mai dimostrarlo.
Così, attualmente, nelle REMS come quella di Castiglione delle Stiviere, vengono rinchiusi assassini insieme a persone pacifiche, ma che magari hanno solo violato le disposizioni di un Giudice. Esempio classico, l’obbligo di firma, come nel caso di Enrico Gianini, il quale però, aveva giustamente disatteso l’obbligo di firma, poiché, contestualmente, era stato disposto per lui anche un trattamento psichiatrico basato sull’impiego di farmaci che, notoriamente, sono essi stessi la causa di episodi delittuosi, in quanto, tra gli effetti collaterali, istinto omicida e suicida. Chiaramente nessuna persona in grado di ragionare si sarebbe sottoposta ad un TSO.
Giunti a questo punto ben si comprende il danno che è stato arrecato ad un uomo per mano dello psichiatra del Tribunale che svolse la sua perizia. Un danno irreparabile, poiché a nulla servì la perizia di parte del medico, psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi che certificò la piena sanità mentale del suo assistito, imputato nel processo per lesioni. Episodio contestato peraltro fumoso e poco chiaro, in merito al quale non ci esprimiamo in questa sede.
Nell’agosto del 2013 pubblicai un articolo sul mio blog personale (qui: https://straker-61.blogspot.com/2013/08/disturbo-cospirativo-paranoide.html) che si intitolava “Disturbo cospirativo paranoide? Aberranti rivelazioni sul DSM 5”. In quel periodo, infatti, da qualche mese era infatti in circolazione una bozza della futura edizione (la quinta) di quello che potrebbe definirsi il “manuale di psichiatria internazionale”, che definisce le linee guida del settore. La versione definitiva fu pubblicata nello stesso anno.
All’epoca si valutò di inserire fra i disturbi mentali riconosciuti il cosiddetto “Disturbo cospirativo paranoide”. E che cos’è questo disturbo cospirativo paranoide? Non si tratta d’altro che non della credenza in quelle che spregiativamente vengono definite “teorie del complotto”!
Fatto è che, tornando alle vicende drammatiche occorse all’amico Enrico, i suoi guai sono inziati allorquando uno psichiatra delle Procura di Busto Arsizio, sul mandato del Magistrato che presiedeva il processo per “resistenza a pubblico ufficiale e lesioni”, nella sua relazione definì l’imputato oggetto afflitto da sindrome paranoica caratterizzzata da comportamenti complottistici“.
E così è accaduto che la comunità psichiatrica è ormai lo strumento ideale per spegnare il dissenso con l’alibi del contrasto a non ben precisate patologie mentali letteralmente inventate. Dichiarare persone sane di mente pericolose e folli spegne sul nascere qualsiasi aspirazione di critica al potere costituito.