Lo squilibrio numerico degli umani che prendono, rispetto a quelli che producono e pagano, ormai è insanabile
Non serve grande intelligenza per asservire e sfruttare un Popolo, basta aggiungere ai bisogni primari di cibo acqua, sonno e casa; i problemi culturalmente, giuridicamente, burocraticamente ed economicamente indotti: istruzione, informazione, mobilità, lavoro, salario, profitto, tasse, salute, svago, libertà e dignità, ma conservati come fossero bisogni da soddisfare ratealmente, in modo che possano incancrenire ed essere sempre più produttivi di potere e denaro per chi è preposto a risolverli ma si guarda bene dal farlo, perché fingendo di risolverli può sfruttarli da parassita per tutta la vita.
Dal medico non vai (come dal fornaio) per soddisfare il bisogno quotidiano di medicina come fosse pane, ma per liberarti dal problema malattia prima che diventi mortale.
Dal professore non vai per ricevere una porzione quotidiana di conoscenza, ma per imparare a pensare da solo e non dipendere a vita da chi è preposto a vivere sfruttando l’ignoranza altrui e arricchendo fino alla morte.
Dal giudice non vai per farti risarcire un danno subito il giorno prima, ma per liberarti per sempre da un’ingiustizia che ti sta distruggendo la vita.
Ma il mondo della cultura ha creato i problemi governabili come bisogni naturali, da soddisfare ratealmente, un tanto al giorno, in modo che siano e restino produttivi di reddito garantito e crescente per i potenti, e di catastrofi per gli impotenti, che i problemi se li portano sul groppone come gli asini da soma fino alla morte.
Rubando contadini alla Terra per otto decenni, il mondo dell’Istruzione italiano e poi quello dell’informazione, hanno trasformato un popolo contadino produttivo di beni e servizi per soddisfare bisogni, in uno di professori, intellettuali, professionisti, burocrati, politici, giudici, giornalisti, che hanno generato una tale lacerazione e impoverimento del tessuto socio economico, da resistere a qualunque tentativo di risanamento.
Quelli che usano muscoli e cervello per produrre beni e servizi necessari a soddisfare i bisogni primari di un intero Popolo, sono ormai una tragica minoranza, mentre la maggioranza è impegnata a parlare fingendo di aver pensato e capito come tenere in buona salute il sistema, in attesa che altri gli mettano il pranzo fumante sotto il naso.
Provate a pensare quante famiglie di contadini devono spaccarsi la schiena per produrre la ricchezza necessaria a mantenere “pensante” un politico, un burocrate o un giudice.
I progressi della Scienza possono anche essere veri, incontestabili, miracolosi; ma se il numero dei soggetti che agiscono, producono ricchezza onesta e pagano tasse è largamente inferiore ai soggetti che “pensano a prezzi astronomici” e che sono una schiacciante maggioranza, i risultati non possono che essere devastanti, anche se tutti pensano da Dio.
Se in un ristorante famoso per la qualità delle pietanze, entra un numero di commensali che non trova nemmeno posti a sedere; per la carenza di addetti, la qualità del cibo e del servizio non può che diventare scadente, anche se preparato e servito dallo stesso personale eccellente di sempre.
L’istruzione ha trasformato i contadini in diplomati o laureati senza preoccuparsi che la terra zappata a parole nelle aule scolastiche, nelle redazioni, nelle sedi di partito, nelle istituzioni e nei Tribunali, non produce pane e pasta, ma rende sempre più rigogliosa ed inestirpabile la gramigna dell’impoverimento sociale, del debito pubblico e dello sfascio.
Quindi non serve per forza una cultura pessima per fare disastri. Non c’è bisogno di scegliere professori e giornalisti imbranati. Anzi l’ottima cultura ne fa più danni della cattiva perché è incontestabile.
Basta arricchire la comunità mondiale di commensali pensanti e impoverirla di contadini zappanti. Basta arricchirla di parolieri e impoverirla di braccianti, pescatori, pastori, boscaioli e artigiani.
Basta arricchirla di gente che allunga la mano per prendere, è in automatico la stai impoverendo di gente che si spacca la schiena per produrre e pagare.
Chi crede di salvare il mondo rendendo fertile il terreno della sanità per i medici, quello della giurisprudenza per gli avvocati, quello della giurisdizione per i giudici, quello delle mazzette per i politici, quello delle costruzioni per ingegneri e architetti, e quello del fisco per burocrati, tributaristi ed esattori, non ha capito una mazza.
Anche se sono tutti al cento per cento intelligenti, onesti, incolpevoli e persino filantropi, lo squilibrio numerico tra la maggioranza che pensa e la minoranza che fa, non può che generare un nubifragio di catastrofici.
Questa è la ragione per cui le democrazie affondano nelle sabbie mobili peggio delle dittature criminali e assassine.
Perché la libertà induce un numero crescente e inarrestabile di persone a scegliere il lavoro più leggero, più ricco, meno responsabile e più garantito.
In questo modo, la quantità di soggetti che ci raccontano il mondo a prezzi astronomici, è diventata superiore a quella che ne cura materialmente costruzione e manutenzione con salari e profitti da fame.
E lo squilibrio numerico degli umani che prendono, rispetto a quelli che producono e pagano, ormai è insanabile.
Tenere in equilibrio la bilancia del mondo e opera esclusiva di Dio. Noi umani siamo stati creati ignoranti e condannati a restare tali e a vivere sudando con la zappa in mano, non smanettando su uno smartphone come sto facendo io a 85 anni meno 14 giorni, ma con 79 di lavoro alle spalle avendo iniziato a lavorare a 6 anni in campagna con mio padre.
E la massima scienza e la massima perfezione che possiamo acquisire, è quella di “Cimabue”: facciamo una cosa, e quando tutto ci va alla perfezione, di sbagliate ne raccogliamo due.
Le democrazie che avrebbero dovuto avere la forza di combattere le dittature sono diventate tali esse stesse, perché sono un sistema dipendente. Sono i cittadini a fare le democrazie, ma le democrazie non sono in grado di convertire i singoli cittadini in un popolo capace di autogovernarsi da stato sovrano che persegue a qualunque costo la finalità del bene comune.
In altre parole, la democrazia, è un sistema composto da milioni di sottosistemi chiamati famiglie, dalla cui qualità e solidità dipende la qualità e solidità del sistema stato.
Se la cultura la politica o il mercato mettono in difficoltà milioni di sottosistemi “famiglia”, attentano automaticamente al sistema Stato, perché non ci sarà un solo cittadino al mondo su 8 miliardi che sacrificherà la vita e il futuro della propria famiglia, al bene collettivo dello Stato. Lo Stato funziona di riflesso, se, come, dove, quando e perché le famiglie funzionano.
Non esiste un modo di risanare lo stato dove le famiglie vengono impoverite, derubate e sfasciate dai disservizi pubblici e dal cannibalismo professionale, burocratico, ed economico inarrestabile.
Franco Luceri