di Danilo Quinto – I parametri per descrivere lo stato di un Paese, sono il PIL, l’entità del debito pubblico, interno ed esterno, la situazione dei servizi essenziali (la Scuola, l’Università, i Trasporti, la Sanità), il cosiddetto Sviluppo Industriale, che in Italia ha concorso a generare la distruzione del nostro benessere, fatto innanzitutto di tradizioni, di cultura, di identità.
So che gli economisti e i politici da strapazzo che sguazzano nella realtà italiana (pronti ora ad occuparsi, insieme agli altri potenti della terra, di un grande business, la ricostruzione dell’Ucraina, insieme a sanzionare nuovamente la Russia, evitando di operare per la pace) storceranno il naso – pronti come sono ad arrampicarsi sugli specchi e a nascondere la polvere sotto il tappeto – ma se dovessimo usare quei parametri renderemmo un cattivo servizio alla Verità.
Dunque, viviamo in un luogo dove, contro il dettato della Costituzione, che ripudia la guerra, vendiamo armi a mezzo mondo e siamo protagonisti diretti in molti teatri di guerra. Dove, a distanza di oltre 5 anni, e nonostante i proclami, nessuna verità certa e istituzionale è emersa su quell’operazione criminale denominata virus da Sars-Covid19 e conseguente endemica propaganda per un siero (non un vaccino) che ha provocato e sta provocando aumenti innumerevoli di casi di tumore e malattia cardiovascolari, danni gravi (=morti) e parziali.
Dove viene talmente promossa, favorita e propagandata la teoria del gender, da mettere in discussione il connotato principale della specie umana: la riproduzione. Dove presto ci si potrà togliere o farsi togliere la vita liberamente, con il suicidio assistito e l’eutanasia. Sarà sancito un diritto umano, come l’aborto, che ha ucciso sei milioni di italiani in cinquant’anni e che con la pillola RU486 permette di sbarazzarsi del nascituro a casa, così come si butta nella spazzatura un kleenex.
Dove si stima che il consumo di cocaina – i dati sono contenuti nella Relazione annuale al Parlamento del 2025 – riguardi undici dosi al giorno ogni mille abitanti; al primo posto c’è la cannabis (52 dosi ogni mille abitanti), la cui potenza è quadruplicata dal 2016 (dal 7% del 2016 al 29% del 2024), soprattutto nelle formulazioni di nuova generazione e nei liquidi utilizzati per le sigarette elettroniche.
Nel 2024, il Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe (News-d) ha identificato 79 nuove sostanze psicoattive circolanti. Dove, a partire dal 2021, si registra un incremento costante nel consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica tra i giovani, che ha raggiunto, nel 2024, i valori più alti di sempre: se la stima è di 510.000 studenti di 15-19 anni che hanno fatto uso di queste sostanze senza prescrizione nel corso della vita, nella fascia 15-18 anni non ancora compiuti sarebbero 180.000 ad averne fatto uso solo nell’ultimo anno (il 12% del totale di quella fascia di età).
Dove, il mercato della prostituzione è stimato dall’Istat in 4,7 miliardi nel 2025. Dove, l’associazione Meter di don Fortunato Di Noto rileva ogni giorno oltre trecento contenuti riconducibili a pornografia minorile, abusi e violenze su minori. Dove, dei 374.310 minorenni in carico ai servizi sociali – questo emerge dalla III Indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia, condotta Terre des Hommes e Cismai per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – 113.892 sono vittime di maltrattamento, il 30,4%. Si tratta, al 31 dicembre 2023, di un aumento del 58% rispetto alla precedente indagine del 2018. Sul totale della popolazione minorenne residente in Italia questo significa un passaggio da 9 a 13 minorenni maltrattati ogni mille.
Dove, il mercato pornografico – l’Italia è tra i principali paesi consumatori a livello globale – ha un valore stimato di circa cinque miliardi di euro all’anno per il consumo online. Transparency International, nel 2024, collocava l’Italia al 41° posto nel mondo per percezione della corruzione; la Corte dei conti stima che la corruzione in Italia superi l’ammontare di cento miliardi all’anno.
Da ultimo, in questo breve esame, i dati sul mondo del gioco d’azzardo sviluppati dall’Osservatorio Nazionale e diffusi dalla società Nomisma. Circa 1.530.000 milione ragazzi, pari a circa il 62% degli studenti, riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nella vita, mentre oltre 1.420.000 lo hanno fatto nell’ultimo anno, facendo registrare nel 2024 il dato più alto di sempre.
Allo stesso modo, il mondo dei videogiochi presenta criticità per molti ragazzi: più di 290.000 studenti minorenni hanno mostrato nel 2024 comportamenti a rischio con i videogame, spesso associati a reazioni emotive forti quando era preclusa loro la possibilità di giocare. Nel 2021, gli italiani hanno investito circa 111 miliardi di euro nel gioco d’azzardo. Nel 2022 la cifra è diventata 136 miliardi di euro, un importo che ha superato le spese per la sanità (128 miliardi), per l’istruzione (52 miliardi) e il totale dei bilanci di tutti i comuni italiani (77 miliardi). Il gioco d’azzardo ha rappresentato il 36,20% del gettito erariale dello Stato. Per il 2024, la spesa è stata di 160 miliardi di euro. Per il 2025, si stima una spesa ancora superiore.
Si sta parlando solo di gioco legale, al quale si aggiunge quello clandestino, i cui profitti, sicuramente sterminati – gestiti da organizzazioni criminali ben radicate nel territorio – non sono neppure quantificabili. Le analisi suddividono le tipologie di scommettitori in tre gruppi: i giovani (dai 14 ai 19 anni), gli adulti e gli over 65. I giocatori più accaniti sono gli adulti tra i 25 e i 34 anni, ma anche le donne over 65 fanno la loro bella parte. Quante ne vediamo nelle tabaccherie di primo mattino alle prese con il grattaevinci e i numeri del lotto? La perversa tecnologia aiuta tutti: il gioco on line (60%) ha superato quello nelle sale fisiche (40%).
Che dire? Innanzitutto, che le classi dirigenti che si susseguono alla guida del Paese, nulla fanno per arginare – quantomeno – quest’elenco di nefandezze che rimane sotto la coltre dell’aumento o della diminuzione del PIL o del debito pubblico. Anzi, in molti casi, se non ne sono complici – questo è evidente per il gioco d’azzardo – le assecondano, non intervenendo con misure adeguate e disinteressandosene.
Sono soggetti immorali? Ça va sans dire. Per Platone, l’immoralità non è semplicemente l’opposto della moralità, ma una conseguenza della mancata conoscenza delle Idee, in particolare dell’Idea del Bene. È proprio vero: essi non conoscono il Bene, di conseguenza non lo praticano, né per se stessi né nei confronti degli altri. Non sono da meno i sudditi, quella massa inerte che li manda al potere, ormai putrefatta, quella cosiddetta società civile che gozzoviglia da Nord a Sud, che usufruisce di prebende, che vive di intrallazzi, che sguazza nella corrutela.
“In quei giorni”, dice Matteo nel suo Vangelo (Mt 3, 1-2), “venne Giovanni Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: ‘Fate penitenza, perché il regno dei cieli è vicino’”. Nel deserto del nostro Paese, queste parole suonano come un solenne auspicio: occorre fare penitenza per redimerci, per rendere onore al Bene e sconfiggere il male che ci pervade e ci soffoca. Questo dovrebbe chiedere la Chiesa Cattolica a quest’Italia: di fare penitenza e di resuscitare. Chissà, forse un giorno verrà un papa o si manifesterà un santo e lo chiederà, ricordando le parole di san Paolo:
“E tutto questo dovete fare ben conoscendo il tempo, perché è ora già che voi vi svegliate dal sonno; la salvezza nostra ora è più vicina di quando noi siamo diventati credenti. La notte è inoltrata e il giorno si avvicina; gettiamo via dunque l’opera delle tenebre, rivestiamo le armi della luce. Come in pieno giorno, camminiamo onestamente, non in crapule e ubriacature, non in alcove e in licenza, non in contese e invidia: ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo, e non abbiate cura della carne sì da destarne le concupiscenze” (Lettera ai Romani 13, 11-14).
Se questo non dovesse avvenire, la putrefazione che questo Paese vive – che Nostro Signore aveva scelto come sede della Sua Chiesa – il suo inchinarsi al suo padrone assoluto, che è Mammona, non potrà che determinare la più miserevole delle condizioni: attendere solo la punizione e la Giustizia di Dio.
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