Donna aggredita e violentata sull’argine dell’Adige: si cerca un maghrebino

carabinieri di Legnago

Aggredita e violentata mentre va a passeggio con il suo cane sull’argine dell’Adige

Il terribile episodio, su cui stanno indagando i carabinieri di Legnago è accaduto venerdì scorso, poco dopo le 19, lungo la riva destra dell’Adige, nel tratto compreso tra ponte Principe Umberto e il ponte della ferrovia Mantova-Monselice. Si tratta di una zona molto frequentata durante la bella stagione, ma non solo, dagli amanti delle passeggiate e delle corse all’aria aperta, vista la presenza a ridosso del fiume di un percorso naturalistico gestito dai volontari de «La Verbena».

L’aggressione

In base alle testimonianze rese ai militari da chi l’ha soccorsa, la donna, residente in zona, è stata aggredita in mezzo ad un canneto da uno sconosciuto, apparentemente un giovane maghrebino. Ad interrompere l’atto di violenza sono stati i guaiti del cane della 40enne, che hanno attirato l’attenzione di due passanti. La loro presenza ha infatti disturbato il violentatore che se l’è data a gambe lasciando la vittima seminuda e sotto shock in mezzo agli arbusti. I due passanti hanno immediatamente allertato soccorritori e carabinieri.

La donna è stata quindi trasportata prima al Pronto soccorso del «Mater salutis» e poi trasferita in una struttura ospedaliera di Verona per le cure e gli accertamenti previsti per chi rimane vittima di violenza sessuale. I militari hanno quindi avviato indagini a 360 gradi per rintracciare l’autore della violenza che, secondo alcuni testimoni, compiuto il grave atto, sarebbe fuggito a piedi verso ponte Principe Umberto.

Altri episodi

L’atto di violenza, consumato venerdì sull’argine ai danni della 40enne, sarebbe tuttavia l’epilogo di una serie di tentativi analoghi segnalati nei giorni scorsi lungo la stessa sponda del fiume. «Il venerdì precedente», riferisce una giovane che ha denunciato ai carabinieri un tentativo di violenza nei suoi confronti messo a segno nella zona arginale a nord di Vigo, «sono riuscita a sfuggire per miracolo ad un cittadino maghrebino, apparentemente sui trent’anni, che seminudo mi ha afferrato per un braccio mentre correvo lungo il percorso ciclopedonale»

«Per fortuna», prosegue la donna, «sono riuscita a gettarmi tra la vegetazione e me la sono cavata con qualche graffio, per poi telefonare a mia madre affinché venisse in mio auto. E negli stessi attimi qualcosa di simile era accaduto anche ad un’altra signora». Per questo la denunciante presuppone un collegamento tra la brutta esperienza che l’ha riguardata e la violenza avvenuta venerdì sera.
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