La finta autonomia regionale

finta autonomia regionale

Non basta utilizzare la parola autonomia, bisogna studiare ed analizzare con attenzione i testi presentati per non farsi prendere in giro da una politica fatta da slogan e frasi fatte

di Daniele Trabucco – Guardiamo la foto riportata: a sinistra il testo originario dell’art. 2, comma 2, del disegno di legge di iniziativa governativa c.d. “Calderoli”, a destra lo stesso testo dopo le modifiche apportate dalla I Commissione parlamentare permanente “Affari costituzionali” del Senato della Repubblica che, in prima lettura, ha approvato il testo.

Che cosa si nota?

Nel testo uscito da Palazzo Madama (A.S. n. 615), l’art. 2, comma 2, introduce la facoltá (un’arma politica ricattatoria non irrilevante) per il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, anche su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie o di altri Ministri competenti per materia, di limitare gli ambiti materiali sui dovrá concentrarsi la successiva Intesa tra lo Stato e la Regione a Statuto ordinario interessata ad ottenere “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”.

In altre parole, per tutelare “l’unitá giuridica ed economica” o certi indirizzi ritenuti prioritari (praticamente qualunque cosa), il Presidente del Consiglio dei Ministri puó escludere dal negoziato funzionale all’intesa alcune materie. In sintesi: azzoppare l’autonomia (che è già di per sé poca cosa in quanto sugli interessi ricompresi nelle materie pendono i criteri di individuazione delle stesse stabiliti dalla Corte costituzionale dopo il 2001 che non sono certamente favorevoli per le Regioni: prevalenza, uniformitá, chiamata in sussidiarietá etc.).

Nessuno che, sul punto, abbia rilevato la potenziale incostituzionalitá della disposizione normativa dell’art. 2, comma 2?

Come: l’art. 116, comma 3, della Costituzione vigente consente alle Regioni ad Ordinamento comune di negoziare ben 23 materie e la normativa attuativa di rango primario limita questa possibilitá mediante l’introduzione di una facoltá preclusiva in capo al Presidente del Consiglio dei Ministri? E nessuno solleva il problema? Chi parla di giornata storica o sfodera cartelli sull’autonomia ha letto il testo? E mi fermo a questo aspetto per non parlare di altri obbrobri che rimandiamo alla prossima puntata.

Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista

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