Amsterdam, quartiere a luci rosse trasloca vicino sede Ema: funzionari UE protestano

luci rosse

Amsterdam vuole trasferire una buona parte del quartiere a luci rosse in un’altra zona della città, ma l’Agenzia europea del farmaco (Ema) si oppone fermamente visto che tra i progetti compaiono siti molto vicini alla sua nuova sede. La capitale olandese prevede la chiusura di almeno 100 vetrine, tra le 249 presenti nella storica zona del centro città, e il loro spostamento in un edificio a più piani da realizzare sempre entro il territorio cittadino. Il motivo è di migliorare la vivibilità dei residenti del quartiere De Wallen, attuale epicentro dell’intrattenimento a luci rosse.

“Costruendo un centro erotico ridurremo la pressione sul quartiere e allo stesso tempo daremo spazio alle lavoratrici del sesso per lavorare legalmente e indisturbate”, ha dichiarato il sindaco Femke Halsema in un comunicato stampa. Lo scorso giovedì sono stati presentati tre siti su cui far sorgere il nuovo edificio: due di questi si troverebbero a meno di dieci minuti a piedi dalla nuova sede dell’Ema, trasferitasi da Londra ad Amsterdam durante la scorsa estate, dopo la vittoria in volata contro Milano. L’agenzia si è detta “molto preoccupata” dal progetto, temendo un possibile incremento della criminalità in prossimità della sua sede.

“L’agenzia svolge un lavoro fondamentale per la protezione della salute pubblica entro l’Unione europea”, ha sottolineato un portavoce dell’Ema all’agenzia di stampa Anp. “Essa agisce al più alto livello politico, il suo lavoro non deve essere disturbato da comportamenti disordinati, né le visite dei suoi ospiti internazionali possono essere minate dalla paura per la propria sicurezza”, ha aggiunto l’Ema. Il sindaco Halsema ha evidenziato come tra la sede dell’Ema e i possibili siti del nuovo centro a luci rosse ci sia più di un chilometro: “La polizia non vede rischi per la sicurezza e il lavoro sessuale avverrà al chiuso, non ci sarà alcun pubblico di strada”, ha riferito il sindaco al quotidiano olandese Het Parool.

Oltre che col disaccordo dell’agenzia, il governo della città dovrà misurarsi anche col disappunto dei residenti dei quartieri indicati nel progetto, i quali non sono entusiasti di ospitare il nuovo centro erotico, preoccupati dalla deviazione del “turismo fastidioso” a ridosso delle loro abitazioni. Per il sindaco il nuovo centro dovrà essere un luogo con una certa “classe e distinzione”, lontano da quanto prodotto negli anni dai numerosi clienti del vecchio quartiere, tra spaccio di droga, schiamazzi ed ubriachezza. Il primo passo è stato realizzato dall’amministrazione della città lo scorso febbraio, con la presa di misure definite “storiche” da Het Parool, a partire dal divieto di fumare cannabis per le vie del centro, all’ordinanza di fermare l’attività delle prostitute non oltre le 3 del mattino, invece che le 6. “Il lavoro sessuale appartiene ad Amsterdam e non se ne andrà”, ha concluso Halsema.
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