Lettera a Sergio Mattarella e Liliana Segre

segre valori antifascisti

di ASSOCIAZIONE ARBITRIUM – 27 gennaio 2023
Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Alla Senatrice Liliana Segre

Ore 15,00. Oggi pomeriggio, dopo pranzo, non ho perso tempo: ho deciso che finirò i compiti velocemente così potrò andare a scuola calcio, il mister dopo l’allenamento farà le convocazioni per il torneo. Sono emozionato ma sono bravo, e mi impegno. Lui a me ci tiene. Devo stare calmo. Andrà tutto bene.
Ore 19,00. Mamma, papà, il mister non mi ha convocato: ha detto che deve parlare prima con voi. Gli ho detto che voi siete felici per me, che mi potete accompagnare in trasferta, vero? Ma lui ha detto che per convocarmi serve un documento. Anzi, da domani serve questo documento per andare ad allenamento. Gli ho detto che la visita sportiva l’abbiamo fatta prima dell’iscrizione e che era tutto a posto, sono in formissima.
Ore 22,00. Mamma e papà domani vanno a parlare con il mister. Quanti problemi questi adulti. Sono bravo, mi impegno, sto bene, sono sempre presente agli allenamenti, il dottore dello sport mi ha anche fatto i complimenti. Cos’altro può mai servire? Mah! Ho sonno. Domani inizia l’allenamento duro, mi concentro solo su quello.

Ore 7,30: Mamma, stanotte ho sognato di giocare in uno stadio vero. C’erano i cori, gli striscioni e io mi alzavo la maglia come fanno i calciatori veri, dopo un gol, e sotto ne avevo un’altra con scritto “ho realizzato il mio sogno”. È stato un bel gol e da grande farò il calciatore. Voi applaudivate, nel sogno: tu ma’, piangevi di gioia! Pa’ urlava più di tutto lo stadio messo insieme! Metto la tazza nel lavandino e corro a scuola, oggi ho il compito di italiano.

Ore 8,30. Papà, non mi hanno fatto entrare a scuola! La professoressa ha detto che senza il documento devo tornare a casa perché qualche mio compagno ha avuto il covid. Ma io che c’entro? Sto bene e con loro non sono stato neanche vicino, in realtà non sono stato vicino a nessuno, non ce lo permettono più. Solo a calcio non mi dicono niente… Come faccio col compito in classe? Boh! Va be, sono entrati tutti tranne me, riprendo l’autobus e torno a casa, mi devo collegare in DaD (non ne posso più).

Ore 9,00. Papà puoi venirmi a prendere tu? Ero sull’autobus ma il controllore mi ha fatto scendere, ha detto che senza il documento non posso stare lì. Sì sì avevo la mascherina -non la sopporto più però: mi è diventato tutto rosso attorno alla bocca, brucia, mi serve quella crema che mi mette la mamma…- Il controllore mi ha detto che domani se voglio andare a scuola col bus devo avere il documento e che mi è andata bene se non mi ha fatto la multa… ma io il biglietto ce l’avevo… boh! Va be pa’, vado al bar di Luigi, vicino al semaforo. Ho 2 euro in tasca, prendo un cornetto. Ti aspetto là che fuori fa freddo.

Ore 9.10. Pa’ qua sono tutti impazziti! Non mi hanno fatto sedere. Dicono che senza documento devo stare fuori. Ma fa freddo, non ce la faccio. È Luigi, il ragazzo del bar, mi conosce bene, non capisco…. Pa’, ha detto che se mi fa sedere e passano i controlli della polizia, lui va nei guai. Ma che controlli? I poliziotti devono pensare ai delinquenti, io che c’entro? Me lo hai insegnato tu che loro ci proteggono … io… io non sono pericoloso pa’!

Ore 17,00. Sto aspettando che mamma e papà finiscano di parlare con il mister. Nel frattempo metto la divisa, almeno non faccio tardi all’allenamento…. Cosa? No, non ho capito… mi gira la testa, sono confuso… cosa ho fatto di male? Perché non mi fanno allenare? Perchè devo uscire dallo spogliatoio? Ma glielo avete dato il documento? Quello che mi ha dato il dottore dello sport, dopo la corsa sul tapis roulant, con tutti quei fili attaccati al petto… sono sano come un pesce io, lo ha detto il dottore… E ora come faccio? No… non ci credo! Fino a quando? Ma io… non ho fatto niente di male. No per favore, fatemi parlare col mister, non è possibile che non mi fa allenare. Lui ci tiene a me.

Ore 19,00. Sono in camera mia. Solo. Avrei dovuto essere stanco per il duro allenamento e invece sono seduto sul letto, con la testa tra le mani e non capisco. Sono arrabbiato, voglio piangere. Non ho fame, stasera lasciatemi in pace. Il mister ha fatto le convocazioni e non c’è il mio nome, allora è vero per davvero. Va be, domani è il compleanno di Sara… penso a questo.

Ore 8.30. Di nuovo DaD, mi sta stancando la scuola fatta così e poi sono l’unico a casa. No, non capisco prof, io non capisco più niente.

Ore 18.00. È il compleanno di Sara… la mia compagna di scuola. Ho aspettato questo giorno da mesi. Sara mi piace e le piaccio anche io. Siamo in fila per i biglietti, al cinema, mi siederò accanto a lei, ha detto che mi tiene il posto. Appena spengono le luci mi faccio coraggio e le prendo la mano. Se ci fidanziamo oggi se lo ricorderà per sempre, è la data del suo compleanno. Mangeremo insieme i pop-corn, li offre a tutti lei per via del compleanno. È il mio turno alla cassa. Cosa? Quale documento? Ho i soldi, non bastano? Come sarebbe che senza il documento non posso entrare? Sta scherzando, vero? Ho aspettato questo giorno da almeno due mesi! Non ci credo… non mi fanno entrate. Sono l’unico. Sara ha gli occhi lucidi. Mi ha detto che ci sono gli altri compagni e deve entrare entrare per forza ma vorrebbe stare con me e che le hanno rovinato il compleanno, questo sì che non lo dimenticherà mai. Mi ha dato il suo pacco di pop-corn, doveva essere il nostro. Non ci credo. Ho 14 anni e non piangerò, non voglio, non davanti a lei… ma porca miseria mamma quando arrivi? Ho bisogno di chiudermi in camera e piangere, ma non qui… qui mi vergogno.

Ore 01.30. Mi giro e mi rigiro nel letto. Non sono mai stato tanto umiliato in vita mia. Mi hanno escluso da tutto, non ho più niente: la scuola, il calcio, il cinema… neppure in un bar posso entrare. Perché mi stanno facendo questo? Luca il documento ce l’ha, ma oggi era assente perché ha il covid. Pure Maria Giovanna, Gloria, Ilario e Matteo. E io che sto bene ma non ho il documento devo stare a casa? A me sembra una punizione: mi puniscono perché sto bene anche senza il documento! Oggi pomeriggio in chat calcio hanno scritto che l’allenamento è sospeso per questa settimana perchè sei di noi hanno il covid. Ma avevano tutti il documento, allora perché? Come è possibile? Che senso ha? Potevo andarci pure io a calcio, allora, tanto non cambia niente con o senza documento. No, non capisco. Qui sono tutti pazzi… o cattivi?

Ore 14.30. Oggi la prof. di italiano durante la DaD ha detto che dobbiamo rispettare le regole. Non c’ho visto più e le ho risposto che non riesco più a fidarmi degli adulti, che fanno scelte assurde e che lo sapranno mia mamma e mio padre cosa è giusto per me. Le ho anche detto che se vuole che mi fidi di lei, mi deve difendere, mi deve fare tornare a scuola perché se anche non mi piace tanto, è sempre meglio della DaD. Non capisco perchè devo stare solo io a casa, proprio io che sto bene anche senza il documento. È lei che l’anno scorso il 27 gennaio ci ha fatto fare il tema sulla giornata della memoria. Chissà se ce lo farà fare anche quest’anno o se invece di me non vuole avere memoria nessuno. E neppure di Enrico Maria… lui il documento ce l’ha, ma gli è venuta una strana cosa al cuore e… a calcio non ci potrà più andare.

Emanuele, 14 anni.

Per Associazione Arbitrium, nella giornata della memoria dei grandi esclusi, Manola Bozzelli.

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