Qatargate: soldi anche da Sudafrica e Marocco, coinvolto il padre di Michel

Michel procedure per l’adesione all’Ue

Al settaccio conti correnti tra Italia e Brasile. Partita la caccia ai soldi della “cricca”. Come spiega Repubblica, nel mirino ci sono “sette conti correnti bancari. L’anello di congiunzione tra l’indagine di Bruxelles e la caccia ai soldi che è partita in Italia. Sette depositi in altrettanti istituto di credito, riferibili all’ex deputato europeo Antonio Panzeri, al suo ex assistente Francesco Giorgi (poi transitato negli uffici dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino), e al segretario generale del Sindacato internazionale Luca Visentini”.

Non è ancora stimabile quanti sono transitati su quei conti. Come scrive Repubblica: “Nelle perquisizioni delle abitazioni dei tre indagati erano stati già sequestrati oltre a contanti anche degli orologi, mentre nelle intercettazioni Panzeri e la moglie, Maria Colleoni, arrestata insieme alla figlia Silvia Panzeri, parlano di vacanze tropicali da centomila euro“. Ma secondo la Verità si cerca anche all’estero su altri conti correnti, in particolare in Brasile.

Soldi anche dal Sudafrica e dal Marocco, coinvolto Michel padre

Secondo la Stampa, l’Ong di Panzeri riceveva soldi anche dal Sudafrica. Mentre il Fatto Quotidiano racconta come avrebbero ricevuto soldi dal Marocco sia Panzeri sia “Louis Michel, 75 anni, è un membro di spicco del partito liberale belga di lingua francese, il Movimento Riformatore. È il padre di Charles Michel, attuale presidente del Consiglio europeo”.

“Influenzato anche il Consiglio Ue”

Non a caso proprio il Fatto sostiene che l’influenza delle lobby arriverebbe fino al Consiglio Ue, condizionando dunque direttamente la politica estera comunitaria. Lo sostiene la “Commissione speciale sulle ingerenze straniere nell’Unione europea, compresa la disinformazione ” (Inge1) in un documento del 9 marzo scorso. “Dai carteggi”, scrive il Fatto, “emerge come i sospetti di pressioni effettuate da Doha circolassero già da tempo. E la Commissione speciale sulle ingerenze straniere – si scopre ora – non esclude che possano essere arrivati fin dentro gli uffici del Consiglio europeo, l’istituzione che definisce gli orientamenti politici generali e i cui membri sono i capi di Stato e di governo”.
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