NATO, generale Battisti: “tutti per uno, uno per tutti”

generale Battisti

“Non ritengo assolutamente possibile che l’Italia possa rimanere ‘neutrale’ in un’ipotetica eventualità, speriamo mai, di azioni di rappresaglia da parte della Russia in quelle aree di Paesi Nato dove transitano gli equipaggiamenti occidentali che devono arrivare in Ucraina. Se dovesse mai accadere scatterebbe l’art. 5 del trattato atlantico, quello dei tre moschettieri ‘tutti per uno, uno per tutti‘”. Lo ha affermato all’Adnkronos il generale Giorgio Battisti del Comitato Atlantico italiano in merito alle parole del professor Alessandro Orsini secondo cui l’Italia dovrebbe rimanere neutrale se la Russia dovesse colpire un paese della Nato.

“Se l’Italia di fronte ad un’eventualità del genere non dovesse essere solidale con gli altri 29 Paesi dell’Alleanza atlantica penso che perderemmo tutta la nostra credibilità a livello internazionale. Nessun Paese si è mai ritirato, si è mai dichiarato contrario in queste decisioni, siamo tutti alleati dal 1949 e se dovessimo rifiutarci sarebbe veramente un disonore che non potremmo più recuperare – ha sottolineato il generale Battisti -.

“L’Italia è uno dei membri fondatori dell’Alleanza Atlantica del 1949. Ha sempre operato nel pieno rispetto della Carta Atlantica alla pari di tutti gli alleati, non si è mai sottratta a qualsiasi decisione che è stata presa dalla Nato – ha aggiunto l’ufficiale -, anche perché le decisioni vengono prese per consenso, cioè se si decide di una qualsiasi azione militare, come è stato il caso di intervenire in Afghanistan, i paesi della Nato che oggi sono 30, tutti devono esprimere il loro consenso e l’Italia ha sempre rispettato questo principio di alleanza”.

“E ancora ieri c’è stata una riunione pilotata dagli Stati uniti, dal segretario alla Difesa Lloyd Austin, alla quale hanno partecipato circa 40 paesi, i 30 membri della Nato più altri 10 paesi legati da un rapporto di partnership, – ha concluso il gen. Battisti – e tutti hanno convenuto di procedere uniti nel supportare l’Ucraina con l’invio di mezzi occidentali di cui l’Ucraina sembra avere disperato bisogno, anche perché tutti i vecchi equipaggiamenti russi o di origine sovietica si sono consumati nella prima fase di questa guerra”.

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