Pescherecci fermi a causa del caro gasolio

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“Insostenibile il costo gestionale per le attività”. È tutta in questa frase il fermo di 26 pescherecci e 30 imbarcazioni di piccola pesca. È la flotta peschereccia di Fiumicino, prima marineria regionale per quantitativo di pescato e la seconda per numero di imbarcazioni dopo Anzio. Oggi contro il caro gasolio non è uscita in mare e così sarà anche nei prossimi giorni.

Una decisione che arriva dopo che l’Associazione produttori Pesca, dopo un’assemblea a Civitanova Marche, ha deciso lo sciopero generale delle marinerie italiane. “La situazione è insostenibile – riferisce Gennaro Del Prete, presidente della Pesca Romana – il costo gestionale legato al carburante non ci permette di far fronte attualmente ad un’attività sostenibile. Speriamo che il Governo intervenga sul costo dei carburanti e che arrivino dei riscontri dall’incontro al Ministero il 9 marzo. Il rischio di impatto su tutto il comparto e la filiera è enorme”.

Caro gasolio, pescherecci fermi

Nella notte i pescherecci delle marinerie italiane non sono uscite e sarà così tutta la settimana. La decisione, comunica l’Associazione Produttori Pesca, è stata presa durante un’assemblea avvenuta a Civitanova Marche, in provincia di Macerata e che ha visto i rappresentanti dell’80% delle marinerie italiane: “Sciopero generale per tutti. Il caro gasolio non permette più di sostenere l’attività di pesca e il comparto ha deciso di fermarsi”.

“Mercoledì le associazioni di categoria saranno a Roma – ha spiegato Apollinare Lazzari, Presidente dell’Associazione Produttori Pesca di Ancona – per un incontro al ministero. Vediamo se è possibile far entrare il comparto della pesca tra quelli che vedranno un sostegno nel prossimo decreto. Altrimenti continueremo a stare in terra, così, non possiamo più lavorare: i costi superano di gran lunga i guadagni“.

Nelle Marche, regione dove si è tenuta la riunione dei rappresentanti dell’80% delle marinerie italiane, “tutti i pescherecci di San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Ancona, Fano e Pesaro hanno aderito compatti all’iniziativa. Martedì andranno negli uffici delle capitanerie di porto per consegnare i documenti delle imbarcazioni senza sbarcare i marinai, un gesto che gli armatori hanno deciso per non far perdere lo stipendio ai dipendenti, senza perdere le giornate di pesca”.  https://www.rainews.it

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