Preferirei di no

preferirei di no

di Aldo Grandi – Non ci vuole la laurea per capire che, ormai, le élites degli organismi sovranazionali e i lacché dei singoli stati ormai privi di sovranità, hanno scelto di annientare non soltanto l’identità dei popoli, ma anche la libertà dei singoli individui. Per piegare l’umanità e obbligarla a seguire ciò che vogliono i padroni del vapore serviva anzi, era indispensabile, una minaccia globale che potesse cancellare ogni dubbio, ogni resistenza, ogni anelito di libertà e di autonomia. Cosa, quindi, meglio di una presunta malattia letale che letale non è, ma che riesce, se opportunamente diffusa attraverso gli organi di informazione prostituiti al mainstream, ad abbattere le difese di milioni di esseri umani per i quali anche la sola ventilata ipotesi di dover abbandonare questa valle di lacrime li spinge a ogni cedimento, a ogni rinuncia, a ogni sottomissione?

Basta osservare, quotidianamente, i danni collaterali che la paura iniettata a dosi massicce – altro che vaccini antiCovid – ha provocato in chi non solo non ha capacità di analisi, ma nemmeno il minimo senso della misura. Capita ancora oggi, 20 luglio, con 30 gradi e più all’ombra e con i virologi-infettivologi-tuttologi che hanno abolito l’obbligo di indossare il mezzo burqa all’aperto, di imbattersi in uomini e donne, giovani e vecchie, bambini e bambine, adolescenti e maturi, che indossano la mascherina ovunque, anche se sono soli e all’interno della propria auto con i finestrini ermeticamente chiusi.

Grosse le responsabilità degli psicologi e degli psichiatri oltre a quelle dei medici i quali sanno tutti benissimo dove ci sta portando questa follia collettiva, ma si guardano bene dal ribellarsi attenti come sono al portafoglio pardon, allo stipendio.

Preferirei di no

Eppure ricordiamo quando, durante il fascismo, per poter conservare il posto di professori universitari, solo pochi, 12 in tutto su 1250 accademici, rifiutarono di prestare giuramento a Mussolini e la loro storia, esempio di coraggio, determinazione, maturità, è stata raccontata da Giorgio Boatti in un libro stupendo edito tanti anni fa da Einaudi col titolo Preferirei di no.

Ecco, anche noi, senza violenza, senza aggressività, senza usare termini che ci sembrerebbero, comunque, sì passibili di querela o di denuncia, ma legittimi e legittimati da una dittatura sanitaria e politica oltreché amministrativa che ci sta riducendo a larve senza vita e senza senso, diciamo e diremo Preferirei di no.

Anche noi, cioè, non ci vaccineremo anche se stanno cercando di fare tutto il possibile e immaginabile per inventarsi quello che non c’è, persino gonfiare dati e pericoli inesistenti, ridurre al minimo i parametri per poterci, poi, rinchiudere nuovamente in zone di tutti i colori, anticipando l’unica che considerano utile ai loro meschini e ridicoli scopi: la zona rossa.

Le stanno provando tutte per vincere l’unico popolo europeo che ha dimostrato, come ha sempre detto Ida Magli e come ha anche sostenuto Oriana Fallaci, di sapersi ribellare, di essere individualista e non disposto a rinunciare alla propria identità, alle proprie specificità, al proprio diritto a scegliersi come vivere e, soprattutto, come, eventualmente, morire.

Adesso si sono inventati il Green Pass e a farlo sono state proprio le élites politiche mondialiste e di sinistra le quali, al contrario, dovrebbero stare dalla parte delle masse, ma, ormai, la Sinistra esiste solamente quando c’è da svoltare ad un bivio stradale, il resto è solo sterco e nemmeno di vacca.

Bene, con questo passaporto senza alcuna utilità se non quella di sentirsi come polli di allevamento in un enorme aia controllata e recintata, ci dicono e ci promettono, sempre per il nostro bene ovviamente, che potremo, così, finalmente tornare a vivere come prima. Bugiardi. Farisei. Falsi. Sfruttano le debolezze degli eunuchi a due gambe per prepararsi il regno dei cieli sulla terra.

Senza pass non potremo, udite udite, andare al ristorante: poveri ristoratori, come la metti la metti, nel didietro la prendono sempre loro. Scena l’altra mattina in un bar dell’immediata periferia: la titolare arrabbiatissima non per il Green Pass senza il quale non si potrà varcare la soglia di caffè e ristoranti, ma perché esso non vale anche per i supermercati che, durante il lockdown, sono stati regolarmente aperti incassando miliardi di euro. Quindi, che anche loro siano costretti a far entrare solamente chi ha il ‘passaporto sanitario’. Bell’esempio di intelligenza critica.

I nostri governanti da strapazzo credono, quindi, anzi, sono convinti che noi italiani, goderecci oltre ogni limite, saremo disposti a barattare la nostra indipendenza e la nostra libertà per il classico piatto di lenticchie. Poveri illusi. dispiace per gli amici ristoratori, ma se questi dementi ce lo imporranno e gli stessi ristoratori non si ribelleranno, beh, faremo a meno di sederci al tavolo e troveremo un altro modo per soddisfare i nostri istinti fagici fuori dalle mura di casa.

Cosa volete che capiscano persone che non aprono un libro da anni, che perdono metà della loro vita guardando il cellulare e l’altra metà a guardare quello degli altri social inclusi? Cosa credete che gliene importi della libertà a chi l’ha sempre considerata un qualcosa di scontato e di indecifrabile e indefinibile? Cosa pensate che gliene freghi quando non sanno nemmeno più cosa significhi disobbedire quando ciò che ci vogliono far fare va contro ogni regola di buonsenso?

Aprite gli occhi, drizzate le orecchie, fate funzionare il cervello e non leggete i giornali né guardate le televisioni: sono la devastazione delle coscienze. Rifiutatevi di dipendere e far dipendere le vostre vite da mezzibusti e presunti stregoni buoni solo per ficcarsi in tasca l’assegno di partecipazione e trasmettere soltanto paura e pessimismo. Svegliatevi e guardate che non siamo testimoni di Geova. Svegliatevi perché o torniamo ad essere quel che siamo sempre stati, pur con i nostri limiti e difetti, oppure il nostri futuro non avrà futuro né, noi, avremo l’autonomia decisionale per poter portare avanti la nostra misera, ma unica e preziosa, esistenza.

Preferirei di no. Disobbedire oggi, ribellarsi domani: non ci sono alternative contro chi vuole uccidere lo spirito libero.

www.lagazzettadilucca.it

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One thought on “Preferirei di no

  1. Uno fu Oscar Scaglietti, un pioniere ed un benemerito della chirurgia ortopedica.
    Lavorò tanti anni a Bologna e venne sempre rispettato.

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