“Vendere cibo avariato in Italia non sarà più reato penale”

cibo avariato

“Vendere cibo avariato in Italia non sarà più reato penale”, l’allarme di esperti e politici. Dal 26 marzo preparare e distribuire per il consumo il cibo avariato non sarà più un reato penale. E’ quanto denunciano diversi esperti e politici. Il motivo? La nuova legge di riassetto del regime di controlli alimentari, che doveva limitarsi a recepire una direttiva Ue volta ad armonizzare i diversi sistemi del mercato unico, si sarebbe spinta oltre, abrogando l’articolo 5 della legge 283 del 1962. Quello che prevede sanzioni penali per i più frequenti reati di adulterazione, dalla messa in commercio di cibo in cattivo stato di conservazione alla vendita di prodotti alimentari con additivi chimici e pesticidi nocivi superiori ai limiti.

“Nella disattenzione generale di un Paese alle prese con una pandemia e l’ennesimo lockdown – scrive il Salvagente – il governo ha approvato il decreto legislativo 27/2021 di adeguamento della normativa nazionale al regolamento (UE) 2017/625 del Parlamento europeo e del Consiglio sui controlli ufficiali, basati sul rischio, sugli alimenti – nel quale è prevista, tra le altre cose, la depenalizzazione, senza alcun motivo, dell’articolo 5 della legge 283 del 1962″. Di cosa stiamo parlando?

“L’articolo 5 – prosegue il Salvagente – vietava la vendita di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione o con cariche microbiche superiori ai limiti o invase da parassiti o con l’aggiunta di additivi chimici non autorizzati o che contengano residui chimici tossici per l’uomo. Ecco dal 26 marzo prossimo, data in cui entrerà in vigore il decreto legislativo, questi fatti saranno perseguibili solo a titolo di illecito amministrativo pecuniario, estinguibile con poche migliaia di euro e, dunque, senza che possa costituire un argine all’eventuale scelta di eludere la sicurezza dei prodotti”.

Cibo avariato – vulnus per i controlli alimentari

Il caso è stato sollevato alla Camera ed è arrivato fino al Parlamento europeo per iniziativa dei deputati del gruppo dei Greens/Efa, Rosa D’Amato e Piernicola Pedicini. Fonti del ministero contattate da AgriFoodToday hanno confermato che l’articolo approvato apre un vulnus per i controlli alimentari e i consumatori: “Ci saranno degli sconvolgimenti conseguenti all’abrogazione dell’articolo 5, sia sul lato amministrativo, sia sul lato penale. E sicuramente arriveranno a breve, anche per tutta la mole di giudizi pendenti”, spiegano. Come evitarli? Non è chiaro se il governo possa bloccare il decreto prima dell’entrata in vigore. Diversi esperti concordano sul fatto che il decreto legislativo possa venire cassato dai giudizi costituzionali “per eccesso di delega”, dato che l’abrogazione dell’articolo 5 non rientrava certo nei compiti della delega data al governo per recepire la nuova normativa Ue sui controlli.

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