“Ha fatto il segno della Croce”, arabi e atei contro Amadeus

Amadeus segno della Croce

Amadeus ha fatto il Segno della Croce poco prima di scendere la scalinata del teatro Ariston, scatenando l’indignazione di atei e islamici

di Novella ToloniLa prima serata del festival di Sanremo è finita da poche ore e la polemica è già scoppiata. A scatenare l’ira contro la kermesse è stato il gesto compiuto da Amadeus poco prima di scendere la scalina del teatro Ariston. Il segno della croce, fatto in favore di telecamere, che ha fatto indignare atei e islamici.

Il primo a tuonare contro il gesto di Amadeus è stato il segretario nazionale dell’Uaar, l’Unione atei agnostici razionalisti. Roberto Grendene all’Adnkronos non si è risparmiato: “Il gesto di Amadeus si incastra perfettamente in una tv pubblica orientata a promuovere il cattolicesimo e spendendo soldi pubblici per farlo. Diverso è se fosse stato un gesto un po’ scaramantico, come i giocatori di calcio quando entrano in campo“. Nessuna scusante per il direttore artistico e conduttore di Sanremo: “Era un po’ tutto concordato. Amadeus, che è un professionista, non il primo che capita, e la regia del Festival di Sanremo, hanno voluto inserire quel gesto, e in questo senso a me sembra davvero poco opportuno“.

Segno della Croce, anche gli arabi contrari

Meno duro, ma comunque critico, Foad Aodi, presidente Co-Mai, Comunità del mondo Arabo in Italia che, sempre all’Adnkronos, ha parlato di un gesto poco spontaneo da parte di chi, come Amadeus, conosce bene il mondo della televisione:

Non mi sento di dire che Amadeus ha sbagliato, rispettiamo ogni gesto individuale che viene dal profondo del proprio credo, però, a meno che non si sia trattato di un gesto spontaneo, lavorando in una televisione pubblica e sapendo che si parla anche a una platea di laici, atei, ebrei, musulmani, forse avrebbe dovuto tenerne conto“.

È stata soprattutto l’idea che il segno della croce, fatto da Amedeus poco prima di scendere le scale dell’Ariston, sia stato un atto di strumentalizzazione a far crescere la polemica.

Povia difende Amadeus

Una polemica sulla quale è voluto intervenire anche il cantautore Giuseppe Povia, che ha voluto spezzare una lancia in favore di Amadeus. Il suo? Un gesto di cultura, ha spiegato il cantante: “L’identità occidentale nasce da tre città, Roma, Atene, Gerusalemme. Pensiero giuridico romano, pensiero filosofico greco e Cristianesimo. Il segno della croce, credenti o non credenti, è cultura che non si può rinnegare. Perché le polemiche non si scatenano anche quando i giocatori di calcio lo fanno a inizio partita?“.

Povia, nel commentare la vicenda, ha ironizzato sul potere del web e delle influenze: “Siamo invasi da Utenti e Utonti, bisogna solo scegliere da che parte pensare. Non guardo Sanremo perché quando non partecipo ci soffro ma se si parla di questo.. forse un Povia che canta cose normali e quindi controcorrente, ci dovrebbe stare“.

L’imam di Firenze: “Ognuno ha il suo credo”

Chi invece invita tutti ad abbassare i toni è l’imam di Firenze Izzedin Elzir. Il paragone con i calciatori è imprescindibile:

E come un calciatore che entra nel campo di calcio e si fa il segno della croce. Se uno crede…il credo è un valore aggiunto. Capisco che nella realtà italiana ed europea ci sia troppa paura, per motivi storici comprensibili, delle fedi religiose e dei loro simboli, ma non credo dobbiamo soffermarci su questo, dobbiamo riconciliarci col passato. Ognuno ha la sua fede, il suo credo, il suo pensiero, e anche se non condividiamo dobbiamo considerare la differenza una risorsa, una ricchezza“. Per l’imam, Amadeus ha comunque “sfruttato” il servizio pubblico per dire cosa pensa, ma “ciò rientra nella libertà di ogni persona. Dunque, non è affatto da condannare“.

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