di Antonio Amorosi – La credibilità delle autorità coinvolte e dei virologi o sedicenti tali fa un altro passo verso il fondo.Â
Secondo il British Medical Journal l’efficacia reale dei vaccini in circolazione non sarebbe intorno al 95% ma tra il 19% e il 29%. Una delle voci più influenti a livello mondiale per il New York Times, il professor Peter Doshi, associato presso l’Università of Maryland e che si occupa di ricerca sui servizi sanitari farmaceutici, sgancia il missile terra aria. Entrato in possesso dei dati pubblicati da Pfizer e Moderna, Doshi ha notato delle discrepanze che cambiano notevolmente il quadro raccontato finora e anche le dinamiche messe in moto da tutta comunità scientifica mondiale.
“Cinque settimane faâ€, scrive Doshi sul British Medical Journal Opinion (e noi lo avevamo raccontato qui, “ho sollevato domande sui risultati delle sperimentazioni sui vaccini Covid-19 di Pfizer e Moderna. Tutto ciò che era di dominio pubblico erano i protocolli di studio e alcuni comunicati stampaâ€. Oggi, due riviste pubblicano 400 pagine di dati presentati dalla e per la Food and Drug Administration prima dell’autorizzazione di emergenza data dall’agenzia ai vaccini mRNA di ogni azienda. Doshi sintetizza: “Mentre alcuni dei dettagli aggiuntivi sono rassicuranti, altri noâ€.
I dati sarebbero stati in qualche modo minati perché in parte l’analisi è stata fatta su “sospetti covid-19†e “quelli con covid-19 sintomatico che non erano confermatiâ€. Il dato sui malati è molto incerto. Semplificando questo porta ad un efficacia del vaccino molto minore di quella raccontata finora, “una riduzione del rischio relativo del 19%â€, “molto al di sotto della soglia di efficacia del 50% per l’autorizzazione fissata dalle autorità di regolamentazioneâ€. Con questa efficacia l’autorizzazione in emergenza poteva non essere data. E Doshi aggiunge: “Anche dopo la rimozione dei casi verificatisi entro 7 giorni dalla vaccinazione (409 sul vaccino Pfizer vs 287 sul placebo), che dovrebbe includere la maggior parte dei sintomi dovuti alla reattogenicità del vaccino a breve termine, l’efficacia del vaccino rimane bassa: 29%â€
Per i partecipanti alla sperimentazione, la confusione tra falsi positivi e falsi negativi nei tamponi utilizzati e dei test fatti, racconta Doshi, fa sì che l’unico dato attendibile per capire il decorso della malattia siano i tassi di ospedalizzazione, i casi di terapia intensiva e i decessi: “sembra giustificato, ed è l’unico modo per valutare la reale capacità dei vaccini di eliminare la pandemiaâ€.
Di fondo i dati restano mancanti.
“C’è una chiara necessità di dati per rispondere a queste domandeâ€, racconta il professore, “ma il rapporto di 92 pagine di Pfizer non menzionava i 3410 casi di ‘sospetto covid-19’. Né la loro pubblicazione sul New England Journal of Medicine . Nemmeno nessuno dei rapporti sul vaccino di Moderna. L’unica fonte che sembra averlo segnalato è la revisione della FDA (Food and Drug Administration, ndr) del vaccino della Pfizerâ€.
Negli studi poi risultano dati poco comprensibili e non si capisce bene l’incidenza di altri farmaci sul decorso della malattia dei pazienti così come oscuri restano i risultati sugli anticorpi, le informazioni sui sintomi dei pazienti nella prima settimana dopo la vaccinazione e come questi dati non siano stati vagliati da organismi davvero indipendenti.
“Abbiamo bisogno dei dati grezziâ€, dice Doshi, per “affrontare le numerose domande aperte su questi studi†che “richiedono l’accesso ai dati grezzi dello studio. Ma nessuna azienda sembra aver condiviso i dati con terze parti a questo puntoâ€.
“Pfizer afferma che sta rendendo i dati disponibili su richiesta e soggetti a revisione†e “Moderna afferma che i dati potrebbero essere disponibili su richiesta una volta completato lo studio”, scrive Doshi sul British Medical Journal. Ciò si traduce in un periodo compreso tra la metà e la fine del 2022, poiché il controllo è previsto per 2 anni. Stesso discorso vale per vaccino Oxford/AstraZeneca che pubblicherà i suoi dati a conclusione dello studio, per non parlare del vaccino russo Sputnik V per il quale non ci sarebbero piani per condividere i dati dei singoli partecipanti.
https://www.affaritaliani.it/coronavirus/efficacia-vaccino-tra-19-29-non-il-95-lo-dice-il-british-medical-journal-715851.html

