di Adriano Segatori – Che delusione prof. Galimberti la sua ultima intervista per la trasmissione âAtlantideâ. Una delusione che è iniziata molto tempo fa, ascoltando alcune sue lezioni o interventi pubblici, ma che nellâoccasione indicata ha trovato una solida motivazione sia intellettuale che emotiva.
Lei mi ha citato favorevolmente, ventâanni fa, su Repubblica, per un mio saggio allâinterno de âIl Manifesto di Psicheâ, a proposito della spregiudicatezza di Psiche rispetto allââovvio dei popoliâ: insomma, era una opposizione ante litteram al pensiero unico omologato.
Adesso La ritrovo a sostenere qualsiasi posizione che sia allineata con il potere, sempre in linea con le direttive dei giornali in cui scrive e delle case editrici per la quali pubblica, senza un attimo di esitazione e di dubbio, e confortato da una indiscutibile competenza culturale, che però purtroppo finisce spesso con uno stile arrogante e spocchioso, inaspettato da uno che si definisce âgrecoâ per visione del mondo, quindi socraticamente convinto di sapere di non sapere.
Nella trasmissione citata, Lei sentenzia sullâinfermitĂ mentale dei negazionisti del Covid â altra invenzione terminologica del pensiero unico che Lei dovrebbe rifuggire, come populismo, ad esempio â definendoli âdelirantiâ, âfolliâ, âpsicoticiâ, solo perchĂŠ chiedono di verificare la realtĂ che viene propinata.
Lei, che alle pagine 354 e 355 di âPsiche e techneâ, denuncia la tecnica come âvisione del mondo che decide la natura della cosa e la qualitĂ dello sguardoâ, si appiattisce sulla realtĂ epidemica costruita dalla scientocrazia senza inforcare gli occhiali della critica.
Lei, che a pagina 116 del dialogo con Boncinelli avverte come âLa qualitĂ dello sguardo scientifico è di per sĂŠ manipolativa, lâintenzione manipolatrice è insita nello stesso atto di nascita dello sguardo scientificoâ, non sente puzza di bruciato nelle operazioni che sedicenti tecnici e sedicenti scienziati hanno posto in essere nel terrore che hanno artatamente propagato?
Lei, che ne âIl viandante della filosofiaâ parla di âproblematizzazione dellâovvioâ, di âatteggiamento criticoâ, di mettere âin crisi la cosiddetta opinione diffusaâ, non si sente un poâ in imbarazzo a trovarsi dalla parte dei cantori dellâovvietĂ , del comportamento omologato, della massa obbediente? E poi, lâapoteosi, quando fa diagnosi di follia con prognosi infausta: con certe persone, con i pazzi, non si può dialogare perchĂŠ negano la realtĂ .
Peccato, prof. Galimberti. Di negatori della realtà comunista si sono riempiti i manicomi di Unione Sovietica e di Cuba, e di negatori del capitalismo almeno un posto è stato riservato presso il St. Elizabeth ad Ezra Pound, ma questo Lei non può ammetterlo da liberista di sinistra.
Io sono un suo pessimo allievo â sovranista e nazionalrivoluzionario â, mentre Lei può vantarne di ottimi altrettanto democratici: come un suo sostenitore, tale âScience Will Triumphâ (?) che scrive âil contradditorio a chi nega la realtĂ e la scienza non deve essere concessoâ (senza passare dal dizionario per controllare le doppie!), perchĂŠ la realtà è una, quella del potere, e chi la confuta non merita che il manicomio.
E poi, un ultimo appunto. Heidegger è stato il massimo filosofo del â900, però âpoco coraggiosoâ per aver aderito al nazismo. No, professore, no! La prego. Da filosofo quale è non può parlare di coraggio a nome degli intellettuali in unâItalia dove su 1125 professori universitari solo 12 si rifiutarono di giurare alla Patria e al Fascismo. 12 che mica rischiarono la morte, solo il licenziamento, rispetto alla fucilazione e ai lavori forzati di ben altro regime.
Comunque, basta. Lâho tirata troppo alla lunga. Io, da sovranista e nazionalrivoluzionario, magari un poâ fascista con venature populiste e sfumature negazioniste, continuerò ad ascoltrLa e a studiarLa dall’ultimo posto e da suo pessimo allievo. Il posto degli ottimi, quelli degli opportunisti e dei leccaculo, erano giĂ tutti occupati, senza rammarico da parte mia.
Distinti e rispettosi saluti – Adriano Segatori
Adriano Segatori è psichiatra-psicoterapeuta, membro della sezione scientifica âPsicologia Giuridica e Psichiatria Forenseâ dellâAccademia Italiana di Scienze Forensi, dottore di ricerca in Filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica (UniversitĂ dellâInsubria – Varese)

