Recovery Fund, miliardi destinati all’Italia sono nel libro dei sogni

L’Italia la partita più importante per il futuro la gioca in Europa. Non c’è accordo tra i 27 Paesi membri sul Recovery Fund, l’intesa rischia di slittare oltre l’estate e soprattutto il totale del pacchetto d’aiuti va verso un restringimento constintente. E così – si legge sulla Stampa – i 172 miliardi virtualmente assegnati all’Italia (81 in sussidi e 91 in prestiti) sono destinati a rimanere nel libro dei sogni.

Quando il piano sarà approvato, la cifra verosimilmente si ridurrà in maniera significativa per una serie di motivi. Primo: il volume totale del Recovery potrebbe scendere al di sotto dei 750 miliardi proposti dall’esecutivo Ue. Secondo: il rapporto tra sussidi a fondo perduto e prestiti (al momento 500 e 250 miliardi) è destinato a cambiare. Terzo: già durante il summit di oggi si scatenerà la battaglia per modificare i criteri di distribuzione dei fondi, che per ora premiano nettamente il nostro Paese.

I Paesi frugali (Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, sostenuti dalla Finlandia), – prosegue La Stampa – si oppongono anche alla richiesta italiana di incrementare gli anticipi per il 2020 (al momento ci sarebbero soltanto 11,5 miliardi per tutti i 27 Stati Ue): «Se l’Italia ha bisogno di soldi ora, perché non utilizza i 37 miliardi del Mes che sono già a disposizione? », confida con un pizzico di malizia un diplomatico del Nord. Angela Merkel ha ricordato che la proposta franco-tedesca era di 500 miliardi, non 750 e chiederà inoltre di ridurre la durata del Recovery Fund (al momento è di 4 anni) e di accorciare la durata dei prestiti, stabilendo sin da ora un chiaro piano per il rimborso dei fondi raccolti sui mercati.  affaritaliani.it

 

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