Sindaco invia lettera di diffida a ministro Lamorgese: “non mandateci profughi”

Il sindaco di Carceri (Padova) Tiberio Businaro ha inviato una lettera di diffida al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e al prefetto di Padova Renato Franceschelli in relazione all’accoglienza di profughi.

DIFFIDA A NON ASSEGNARE AL COMUNE DI CARCERI (PD) CITTADINI EXTRACOMUNITARI (PROFUGHI E/O IMMIGRATI)

DIFFIDA A NON ASSEGNARE AL COMUNE DI CARCERI (PD) CITTADINI EXTRACOMUNITARI (PROFUGHI E/O IMMIGRATI)S.E. il Prefetto di PadovaDott. RENATO FRANCESCHELLIPrefettura di PadovaPer il successivo inoltro All’Ill.mo Ministro dell’InternoLUCIANA LAMORGESESua sede in Roma Ill.mo Ministro dell’Interno, da lungo tempo il Nostro Paese è costretto ad affrontare, solo e senza il supporto dell’Unione Europea, la situazione di persone che lasciano i loro Paesi di origine, per giungere sulle coste italiane attraverso mezzi improvvisati (barconi) o navi di organizzazioni non governative (dette Ong): tali persone vengono definite“profughi” e/o “immigrati”.Essi giungono in Italia principalmente via mare e soprattutto con sbarchi a Lampedusa. Dai centri di accoglienza ivi posti, vengono poi “smistati” ed “assegnati” a diversi Comuni italiani.L’arrivo di queste persone ha suscitato non poche polemiche ma soprattutto problematiche: di sfruttamento, di sostegno economico delle operazioni di tutela, di natura sanitaria e di pubblica sicurezza.Ora, occorre premettere un chiarimento: il diritto internazionale riconosce lo status di rifugiato e quindi bisognoso di protezione solo a quegli individui che non possono tornare nei loro Paesi di origine perché per loro sarebbe troppo pericoloso in quanto perseguitati per la loro razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le loro opinioni politiche, mentre l’immigrato è colui decide volontariamente di lasciare il proprio Paese d’origine per cercare principalmente un lavoro e condizioni di vita migliori.Le persone di cui stiamo parlando e che giungono in Italia, stando alle definizioni ricordate, sono ben lontane dal poter essere considerate “rifugiati”: infatti, giungendo prive di documenti, non si è in grado di conoscerne l’esatta provenienza.È impossibile quindi, sulla scorta dell’individuazione della semplice etnia, sapere se provengono da Paesi dove effettivamente vengano poste in essere persecuzioni.Si tratta quindi, effettivamente, di “immigrati” (ed in specie extracomunitari) e non di ”rifugiati” che giungono nel nostro Paese in spregio a qualsivoglia minimo rispetto della normativa italiana ed internazionale inerente alla materia migratoria (assenza di documenti di riconoscimento, visti di ambasciata, documenti che attestano l’esistenza di un'occupazione regolarmente retribuita o che accertino la disponibilità di enti o privati garantisti di alloggi, mantenimento, copertura di eventuali spese sanitarie,ecc…): essi quindi sono a tutti gli effetti “immigrati clandestini”.Nella maggior parte dei casi, inoltre, gli immigrati rifiutano l’identificazione, sottraendosi così alla possibilità di controllo sugli schedari (anche internazionali) e alla necessità, finanche, di poter ottenere un documento di riconoscimento: sfuggono al controllo, quindi, dell’identità e rimangono per noi “ignoti”.È fatto notorio e ufficialmente riconosciuto, inoltre, che molte di queste persone soffrono di malattie contagiose da tempo debellate in Europa e durante le visite di controllo effettuate nei primi momenti del loro arrivo, spesso vengono segnalati casi sospetti di malattia.Ora, pur consapevole del dramma umano che potenzialmente e certamente in alcuni casi può essere riconosciuto, non posso esimermi dal trarre la conclusione, dopo il ragionamento sopra descritto, che le persone che ogni giorno arrivano in territorio italiano attraverso il sistema notoriamente conosciuto con il nome di “sbarchi”, debbono essere considerati immigrati clandestini, di cui nulla sappiamo (a partire dalle generalità sino e soprattutto alla illibatezza o meno della loro “fedina penale”) e potenzialmente portatori di nocumento alla salute pubblica.Sulla scorta di queste considerazioni, osservo poi i doveri a cui ogni Sindaco è tenuto, da un lato in veste di Organo Capo del governo del proprio Comune e dall’altro anche in veste di pubblico ufficiale.Il Sindaco è una “autorità sanitaria locale” e deve tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico.Egli ha, inoltre, l’obbligo di segnalare alle competenti Autorità, sia giudiziarie sia di pubblica sicurezza, la condizione irregolare dello straniero o del cittadino dell’Unione Europea per l’eventuale adozione di provvedimenti di espulsione o di allontanamento dal territorio dello Stato.Vi sono quindi fondate ragioni per disconoscere e non condividere ed anzi opporsi e rigettare l’eventuale decisione di assegnazione al Comune di Carceri (PD) di una o più persone qualificate quali “immigrati”, in quanto decisione che potrebbe porre in pericolo la Pubblica Sanità dei cittadini, nonché per ragioni di carattere di ordine pubblico visto l’alto grado di tensione che la vicenda notoriamente ha ingenerato e non conoscendo il comportamento delinquenziale o meno degli “immigrati” poiché nulla si sa sulla loro storia giudiziale.Si renderebbe necessaria, poi,la segnalazione all’ Autorità Giudiziaria del loro status di immigrati clandestini e ciò per non incorrere (sia in veste di Sindaco che di privato cittadino) in atti omissivi o commissivi.Inoltre è necessario evidenziare il cambio di governo avvenuto nel mese di agosto con il conseguente passaggio da Matteo Salvini a Luciana Lamorgese del Ministero dell'Interno che ha causato un radicale cambiamento delle politiche di tutela dei confini e del controllo dei mari.Grazie alla scelta politica dei "porti chiusi" il Ministro Salvini era riuscito a ridimensionare i numeri degli sbarchi e quindi dei morti in mare, come si evince dal cruscotto statistico degli "Sbarchi e accoglienza migranti" sul sito del Ministero dell'Interno, dal 2017 al 2018 sono diminuiti il numero dei migranti da 106.876 a 21.119.Ed è ancor più evidente che il cambio di strategia del nuovo governo abbia già invertito questa tendenza tanto che nel mese di settembre sono aumentati più del 170% rispetto allo stesso mese del 2018, da 947 a 2.500.Infine, c’è da considerare che circa il 70% delle richieste di asilo non vengono accolte, neppure come protezione per motivi “umanitari”. Le procedure di richiesta comportano ingenti costi in termini di carichi di lavoro per l’apparato amministrativo e giudiziario italiano nonché investimenti di importanti risorse economiche per la gestione dei presunti “rifugiati”. Riepilogando quindi lo Stato Italiano sta continuando a sprecare risorse finanziarie che ben servirebbero per casi sociali e/o per persone in difficoltà utilizzandole invece solo per mantenere in Italia clandestini senza averne alcun diritto.Da ultimo ci si chiede dove vivono le decine di migliaia di richiedenti asilo che non hanno ottenuto lo status di rifugiato o protezione e soprattutto con quali risorse economiche? Vista la cronaca di tutti i giorni, nonché l’aumento del degrado delle nostre città, la diminuzione della sicurezza pubblicaed il numero dei reati compiuti da soggetti extracomunitari irregolari (come dichiarato dal capo della polizia Franco Gabrielli, il 12% della popolazione italiana è straniera e compieil 32% del totale dei reati), la risposta sembra abbastanza ovvia.Per tutte le considerazioni sopra svolte e considerando che la responsabilità per la causazione di danni a cose e/o a persone derivanti dal comportamento dei c.d. “profughi”, nonchè di ogni necessaria spesa volta a prevedere ed eventualmente contenere il pericolo di contagio di malattie e/o l’adozione di misure utili alla pubblica sicurezza,SI DIFFIDAL’Ill.mo Ministro dell’Interno ed ogni Organo ad Esso frapposto, interposto o sottoposto, a non assegnare al Comune di CARCERI (PD) persone di origine ignota generalmente definiti “profughi” ed in specie privi di originali documenti di riconoscimento e/o di qualsiasi riferimento storico relativo alla loro storia giudiziale (nella fattispecie l’assenza o meno di precedenti giudiziali), ritenendolo, in caso contrario, direttamente responsabile per la causazione di danni a cose e/o a persone derivanti dal comportamento dei c.d. “profughi” nonché di ogni necessaria spesa volta a prevedere ed eventualmente contenere il pericolo di contagio di malattie e/o l’adozione di misure utili alla pubblica sicurezza.Carceri, lì 10.10.2019 Il SindacoTiberio Businaro

Geplaatst door Tiberio Businaro op Donderdag 10 oktober 2019

«Si diffida l’illustrissimo Ministro dell’Interno ed ogni organo ad esso frapposto – scrive Businaro – a non assegnare al Comune di Carceri persone di origine ignota generalmente definiti “profughi” ed in specie privi di originali documenti di riconoscimento e o di qualsiasi riferimento storico relativo alla loro storia giudiziaria, ritenendolo, in caso contrario, direttamente responsabile per la causazione di danni a cose o a persone derivanti dal comportamento dei cosiddetti “profughi”».

Nella missiva il primo cittadino ritiene il ministero responsabile «di ogni necessaria spesa volta a prevedere ed eventualmente contenere il pericolo di contagio di malattie o l’adozione di misure utili alla pubblica sicurezza». Il sindaco Businaro punta il dito, tra l’altro, contro l’operato delle Ong e l’aumento degli sbarchi.

LA REPLICA DEL PREFETTO ALLA LETTERA DI DIFFIDA
«Si tratta di una posizione unilaterale e politica quella del sindaco di Carceri Tiberio Businaro, della quale non posso far altro che informare il Ministero». Questa la replica del Prefetto Renato Franceschelli. «Non sono certo io a prendere decisioni – spiega Franceschelli – se non arriveranno profughi non li assegneremo ad alcun comune, se arriveranno capiremo come gestire la situazione così come è stato fatto in passato. Per quanto mi riguarda la lettera del sindaco verrà inviata al Ministero per debita conoscenza».

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