Carabiniere ucciso, Capitano Ultimo: «Perché rivelare che non aveva la pistola?»

«È morto un giovane servitore dello Stato, sposato da poco, in modo atroce e per una concatenazione di aventi su cui si deve fare il massimo di chiarezza, come è doveroso per ogni fattispecie criminale». Parola del col. Sergio De Caprio, il “Capitano Ultimo” che arrestò Totò Riina.

In un’intervista a La Verità si sofferma su alcuni aspetti dell’omicidio di Mario Cerciello Rega. A giudizio di “Capitano Ultimo” è opportuno che l’inchiesta proceda celermente senza lasciare ambigue zone d’ombra.

De Caprio si chiede: «Perché, a indagini in corso, far filtrare la notizia che l’arma di ordinanza è stata ritrovata nel suo armadietto in caserma, aggiungendo e il motivo del perché fosse lì lo sa solo lui? Non solo: perché sostenere che i due carabinieri non immaginavano di trovare una persona con un coltello di 18 centimetri e di essere aggrediti quando si qualificavano come carabinieri?».

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