Corte UE: la nozione di ‘coniuge’ comprende i partner omosessuali

La nozione di “coniuge”, ai sensi delle disposizioni del diritto comunitario sulla libertà di soggiorno dei cittadini dell’Ue e dei loro familiari, comprende i coniugi dello stesso sesso. Lo afferma senza ambiguità una sentenza emessa oggi a Lussemburgo dalla Corte europea di Giustizia, stabilendo che, anche se gli Stati membri sono liberi di autorizzare o meno il matrimonio omosessuale, essi non possono ostacolare la libertà di soggiorno di un cittadino dell’Unione rifiutando di concedere al suo coniuge dello stesso sesso, cittadino di un paese extra Ue, un diritto di soggiorno derivato sul loro territorio.

Il caso su cui la Corte ha emesso la sentenza è quello di un cittadino rumeno, Relu Adrian Coman, che si era visto rifiutare dalle autorità del suo paese il diritto di soggiorno superiore a tre mesi per il suo compagno, il cittadino americano Robert Clabourn Hamilton, con cui si era sposato a Bruxelles nel 2010. La domanda di Coman era fondata sulla direttiva Ue relativa all’esercizio della libertà di circolazione, che permette al coniuge proveniente da un paese terzo di un cittadino dell’Unione, di raggiungere quest’ultimo nello Stato membro in cui soggiorna. Ma le autorità rumene hanno informato Coman e Hamilton che quest’ultimo godeva soltanto di un diritto di soggiorno di tre mesi, in quanto non poteva essere qualificato in Romania quale “coniuge” di un cittadino dell’Unione, dato il diritto rumeno tale Stato membro non riconosce i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Coman e Hamilton hanno quindi fatto ricorso presso i giudici rumeni, denunciando l’esistenza di una discriminazione fondata sull’orientamento sessuale, per quanto riguarda l’esercizio del diritto di libera circolazione nell’Unione. La Corte costituzionale rumena ha allora proposto in rinvio pregiudiziale alla Corte europea di Giustizia, che oggi ha reso il suo verdetto.

La Corte Ue ha constatato che, nell’ambito della direttiva sull’esercizio della libertà di circolazione, la nozione di “coniuge” è neutra dal punto di vista del genere e può comprendere quindi il coniuge dello stesso sesso di un cittadino dell’Unione.

La Corte precisa, peraltro, che lo stato civile delle persone, e quindi le norme relative al matrimonio, rientrano nella competenza degli Stati membri, e che il diritto dell’Unione non pregiudica tale competenza. Gli Stati membri restano quindi liberi di prevedere o meno il matrimonio omosessuale. (askanews)

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