Governo Pd scrive a Corte di Strasburgo: “Non accogliete il ricorso di Berlusconi”

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Il governo italiano contro il ricorso di Silvio Berlusconi, presentato alla Corte di Strasburgo contro lo stop alla sua candidabilità. Un plico di 23 pagine scritto in francese, di cui dà conto il Corriere della Sera, l’atto con cui l’Ufficio dell’Agente del Governo italiano, davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ribadisce la necessità di escludere il Cavaliere fino al 2019 dalla partita politica.

Un colpo bassissimo, da parte dell’esecutivo Gentiloni. “Il governo – si legge nel parere trasmesso dalla Farnesina – ritiene che le lamentele del ricorrente non siano fondate perché le misure adottate non rappresentano una sanzione penale derivante dall’aver commesso un reato (…), ma piuttosto costituiscono l’assenza della condizione soggettiva per accedere alle funzioni elettive“.

Dunque, in buona sostanza, “il governo chiede alla Corte di voler dichiarare non fondata la richiesta perché non è stata violata la Convenzione” dei diritti dell’uomo. Berlusconi, nel dettaglio, lamenta la violazione dell’articolo 7 della Convenzione, poiché la legge Severino sull’incandidabilità è stata approvata dopo la frode fiscale oggetto della sua condanna“.

Una presa di posizione gravida di conseguenze: nelle ultime settimane, infatti, si era a lungo vociferato sulla possibilità che dall’esecutivo arrivasse un parere meno duro sul caso Berlusconi. Nel dettaglio, si ipotizzava che questa avrebbe potuto essere la “ricompensa” per la campagna “soft” di Berlusconi a favore del “No” al referendum del 4 dicembre. Campagna che, però, si è fatta ben più dura negli ultimi giorni. E così potrebbe essere proprio quest’ultima la ragione che ha spinto il governo Gentiloni, eterodiretto da Matteo Renzi, a colpire duro il Cavaliere. Così come, cambiando radicalmente la prospettiva, potrebbe trattarsi soltanto dell’ultima iniziativa del premier Gentiloni per smarcarsi ulteriormente dal suo predecessore a Palazzo Chigi.

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