Conti pubblici, “In autunno servirà una manovra da 30-40 miliardi”

 

Dichiarazione dell’onorevole Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia:

Renzi-80euro“Si avvicina il giorno della verità per Matteo Renzi: venerdì l’Istat pubblicherà i dati sull’andamento del Pil del secondo trimestre 2016 e molto probabilmente saranno dolori. Ma attenzione, quei dati (al 30 giugno 2016) non conterranno ancora gli effetti della Brexit, per la quale si è votato il 23 giugno. Significa che nel terzo trimestre andrà ancora peggio. E lo verremo a sapere in autunno sotto referendum e sotto Legge di stabilità, per cui da un lato Renzi sarà costretto a una manovra correttiva monstre, dall’altro gli italiani avranno finalmente la possibilità di mandare a casa un governo che ha sbagliato tutta la politica economica, mettendo a repentaglio la stabilità dei conti pubblici ancor prima del referendum del Regno Unito.

Già nel Documento di Economia e Finanza (Def) di aprile, infatti, la crescita reale del Pil nel 2016 è stata sovrastimata dall’esecutivo all’1,2% quando tutti gli outlook sul nostro paese dicevano che sarebbe arrivata a stento all’1%. E molto probabilmente sarà attorno alla metà (0,6%). Considerando un tasso di inflazione che sarà pari a zero o poco più di zero (l’acquisto a giugno 2016 è -0,2%), ne deriverà una crescita nominale (data da crescita reale più inflazione) intorno a 0,5%-0,6%, vale a dire un quarto di quanto previsto dal governo ad aprile (2,2%), con le relative conseguenze in termini di conti pubblici, che il governo ha sempre gonfiato per giustificare la politica spendi e spandi, finalizzata a comprarsi il consenso, del presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Che le cose andassero male già prima della Brexit e che il governo non ne abbia tenuto conto emerge chiaramente anche dall’analisi di altri indicatori: la produzione industriale crollata dell’1% a giugno 2016 rispetto a giugno 2015, il fatturato dell’industria del 2,7% a maggio 2016 rispetto all’anno precedente, gli ordinativi del 4,2% e il commercio al dettaglio dell’1,3% (sempre maggio 2016 su maggio 2015, ultimi dati disponibili).

A ottobre, quando con la Legge di stabilità uscirà tutta la polvere messa sotto il tappeto dal duo Renzi-Padoan, servirà una manovra correttiva da 30-40 miliardi per coprire il buco della minor crescita (almeno 16 miliardi, senza considerare l’effetto Brexit), sterilizzare le clausole di salvaguardia (15 miliardi, per evitare l’aumento dell’Iva) e finanziare le cosiddette ‘spese indifferibili’ come le missioni internazionali e le risorse per gli ammortizzatori sociali (altri 10 miliardi circa).

Altro che bonus da elargire. Sarà sangue, sudore e lacrime per gli italiani, che voteranno No al referendum per mandare finalmente a casa Renzi”.

 

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