Una città francese del dipartimento dell’Isère, Moirans, è stata messa a ferro e a fuoco per diverse ore da una banda di nomadi inferociti. La rivolta è scoppiata martedì dopo che a due nomadi detenuti in carcere era stato negato il permesso per assistere alle esequie di due membri della comunità . Poco dopo pranzo almeno una trentina di persone hanno bloccato la strada provinciale, dando fuoco a diversi veicoli, messi di traverso alla carreggiata per ostacolare il traffico.
Alla stazione ferroviaria altri cento nomadi armati di spranghe hanno bloccato lo scalo ferroviario, incendiando altri veicoli e gettandoli sui binari, senza dimenticarsi di saccheggiare il ristorante. Gravissimi, naturalmente, anche i ritardi al traffico dei treni.
Parlando a Bfmtv, la madre di uno dei detenuti ha spiegato di non aver mai richiesto che suo figlio uscisse dal carcere da solo, ma con una scorta e le manette. “Mi spiace per i disordini, non era nostra intenzione arrivare a questo punto – ha aggiunto la donna – Ma non c’è stato nessun ferito”.
Nelle stesse ore un’altra protesta molto violenta è scoppiata nel carcere d’Aiton, in Savoia, a cento chilometri da Moirans. Una ventina di detenuti, nel pomeriggio di ieri, hanno rifiutato di tornare nelle proprie celle in segno di solidarietà con i due carcerati a cui era stato negato di assistere ai funerali dei parenti. Inoltre hanno appiccato un incendio e distrutto le serrature delle celle.
Da Parigi, il primo ministro Valls ha parlato di “violenze inammissibili”, a cui rispondere con “l’immediato ripristino dell’ordine repubblicano”. Che però non è stato ristabilito prima del tramonto. IL GIORNALE


