Senegalese colpisce la moglie con la mannaia, giudice lo libera

Nel novembre 2014, Diop Modou, senegalese 58enne, aveva aggredito la moglie, ferendola a colpi di mannia. La vittima è una donna di 48 anni, madre di due figli. L’episodio era l’ultimo di una lunga serie di tradimenti, maltrattamenti e lesioni.

Il marito violento è stato arrestato solo a marzo di quest’anno con un blitz congiunto degli agenti del Commissariato di polizia di Treviglio, e i colleghi della Polizia locale di Caravaggio, che lo hanno fermato al suo ritorno in Italia dopo due mesi trascorsi al suo paese. Fatica sprecata.

L’uomo è stato scarcerato dal gip Giovanni Petillo del tribunale di Bergamo, senza alcun obbligo se non quello di non avvicinarsi alla moglie, in attesa del processo che inizierà il 29 maggio.

Il rapporto tra i due si era deteriorato a seguito di una relazione extraconiugale del marito con una vicina di casa, relazione dalla quale è nato anche un figlio. Decisiva per la scarcerazione la sorprendente testimonianza del vicario parrocchiale, che lo ha descritto come una brava persona.

Come fa un prete a definire “brava persona” qualcuno che prende a colpi di mannaia la madre dei suoi figli, dopo averla tradita? Per la chiesa ormai funziona così, subito si fanno travolgere dalla comprensione xenofila e ti elevano a interlocutore  con cui dialogare. Lo pensano anche dell’isis.

Sulla vicenda è intervenuta Milva Facchetti, responsabile della Cooperativa Sirio che si occupa della moglie dell’imputato. «Sinceramente sono basita, lui esce dal carcere, ma questa povera donna è come se ci entrasse. Lei si trova in una comunità protetta e sta tentando di ricostruisi un’altra vita con l’incubo che il marito torni a farle del male».

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