UE, Renzi e Draghi stanno giustamente irritando i “falchi”. Lo spettro della Troika si avvicina

Draghi-Renzi

 

6 nov – Il neo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, reduce da una polemica col premier Matteo Renzi, ha detto  che risponderà a tutte le critiche senza motivo contro l’esecutivo di Bruxelles.

“Ho la ferma intenzione di reagire a tutte le critiche ingiustificate che arrivano alla Commissione”, ha detto Juncker. “Accetto che si critichi la Commissione, ma non accetto le critiche ingiustificate. Non ci saranno più attacchi alla commissione senza reazione”, ha aggiunto. Ieri aveva detto di non essere “il presidente di una banda di burocrati”, commentando una frase del premier italiano che aveva definito ‘tecnocrati’ i vertici della Ue.

In serata Renzi aveva poi risposto a Juncker dicendo che L’Italia va in Europa a testa alta e non è disposta a farsi dare la linea da Bruxelles.

“Dire che non si accettano lezioni da burocrati è una maniera di descrivere la Commissione che non mi piace. sono il capo di 28 uomini politici. Non siamo burocrati”, ha detto ancora il presidente. “Ho detto ieri quello che bisognava dire e lo dirò ogni volta che sarà necessario”.

TENSIONI ANCHE ALLA BCE

Alcuni banchieri centrali dell’area euro provano un forte malumore nei confronti del presidente della Bce, Mario Draghi, che accusano di aver gestito la politica decisionale dell’Eurotower in modo troppo personale e poco collegiale e di averla comunicata in modo incostante e irregolare.

Lo rivela l’agenzia Reuters che cita fonti anonime della Bce, secondo le quali il mal di pancia dei banchieri centrali si trasformera’ in una levata di scudi in occasione della tradizionale cena del mercoledi’, che si tiene a ridosso della riunione del direttivo.

Domani quindi Draghi rischia di dover far fronte all’irritazione di alcuni autorevoli banchieri centrali, per la sua richiesta di un aumento, ai livelli del 2012, del bilancio della Bce, che ha messo sull’avviso i mercati e creato aspettative indesiderate. In pratica i banchieri centrali chiederanno conto a Draghi di alcune sue recenti prese di posizione, rimproverandogli uno stile decisionale eccessivamente personalistico, e chiedendogli di agire piu’ collegialmente, con l’obiettivo di limitare il suo spazio di manovra, soprattutto riguardo alla possibile assunzione di nuove e piu’ audaci misure straordinarie, incluso l’acquisto di bond. La Bce ha preferito non commentare queste indiscrezioni.

Come scrive investireoggi

In ruoli molto diversi, Renzi e Draghi stanno irritando i “falchi”, i paesi fautori dell’austerità fiscale e contrari a una politica monetaria troppo accomodante. Non è un fatto da poco.

Se Draghi sarà meno forte dentro e fuori l’Eurotower, Renzi si troverà scoperto a Bruxelles e verrà giudicato per i risultati concretamente esibiti dal suo esecutivo, non più con occhi benevoli, frutto del compromesso politico. Non è un caso che sempre ieri sera, il premier abbia avvertito i suoi parlamentari che l’approvazione del “Jobs Act” dovrà arrivare entro gennaio.

Non oltre. Se nei prossimi 4-5 mesi, l’Italia non mostrerà alcun miglioramento nei suoi fondamentali economici, né alcuna riforma approvata, lo spettro della Troika (UE, BCE e FMI) si farebbe concreto e la fine politica di Renzi non sarebbe dissimile di quella toccata in sorte al suo avversario-amico Silvio Berlusconi.

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