Iraq, Isil minaccia i cristiani: pagate una tassa o i vostri figli saranno arruolati

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24 luglio – Lo ‘Stato islamico in Iraq e nel Levante’ (Isil) dopo una serie di comunicati contro i cristiani di Mosul, nel nord dell’Iraq, starebbe ora invitando le famiglie fuggite dalla città a tornare, ma ad alcune condizioni. Secondo il sito di notizie iracheno ‘Ankawa’, il cosiddetto “ufficio legale” dell’Isil “ha fatto un passo indietro” sulla decisione di espellere i cristiani e, con annunci lanciati dai minareti delle moschee, starebbe “chiedendo ai cristiani di tornare a condizione che paghino una somma a titolo di ‘tassa di protezione’ per contribuire al finanziamento dei suoi elementi”. In caso contrario, l’organizzazione di Abu Bakr al-Baghdadi “costringerà i giovani cristiani ad arruolarsi” tra le sue fila.

Alcuni giorni fa, l’Isil aveva diffuso un comunicato in cui chiedeva ai cristiani di scegliere tra due opzioni: la conversione all’Islam o il pagamento della ‘jizya’, ossia la ‘tassa di protezione’ prevista dalla sharia per i non musulmani. Lo ‘Stato islamico’ minacciava altrimenti di “passare alla spada” nei confronti della comunità cristiana, molta parte della quale ha lasciato la città.

Ora – stando ad ‘Ankawa’, uno dei siti di notizie punto di riferimento per la comunità cristiana in Iraq – dai minareti di alcune moschee di Mosul si levano appelli al ritorno dei cristiani, che sono stati invitati ad accettare il pagamento di una tassa pari a 450 dollari all’anno, dalla quale saranno dispensati gli anziani e i bambini.

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