9 genn – Stiamo subendo un crimine epocale: l’Italia ricca si sta trasformando in italiani poveri. L’Italia vive la piĂą tragica crisi economica recessiva dalla Seconda guerra mondiale. Le imprese, soprattutto le micro, piccole e medie imprese che costituiscono il 99% del nostro sistema produttivo, sono condannate a morte paradossalmente non perchĂ© debitrici ma perchĂ© creditrici in un contesto dove il principale debitore insolvente è lo Stato. L’economia reale che produce beni e servizi viene devastata e sopraffatta dalla finanza speculativa globalizzata. Gli italiani si impoveriscono sempre piĂą, crescono inesorabilmente i disoccupati, i giovani non hanno accesso al mercato del lavoro e siamo sprofondati agli ultimissimi posti al mondo per tasso di natalitĂ .
Quest’Unione Europea dei banchieri e dei burocrati concependo l’euro e la stabilitĂ monetaria come il centro di gravitĂ di tutta la costruzione europea, a prescindere dalle conseguenze sul vissuto delle persone, ci impone un’austeritĂ che sta disgregando l’Unione Europea, alimentando i conflitti tra gli Stati e persino l’odio tra i popoli, riducendo al lastrico i cittadini al punto da aizzarli alla rivolta e, unitamente alla speculazione finanziaria globalizzata che ha disseminato il cancro dei titoli derivati tossici, ci sta spogliando non solo della sovranitĂ monetaria, ma anche della sovranitĂ legislativa, giudiziaria e della stessa sovranitĂ nazionale.
Ebbene tutto questo non accade nĂ© per caso nĂ© è frutto di errori o inesperienza. Si tratta dell’attuazione impietosa e indefessa di una strategia che vuole liquidare gli stati nazionali per fonderli negli Stati Uniti d’Europa con la prospettiva di un Governo mondiale dei poteri imprenditoriali e finanziari forti.
Noi italiani ci troviamo di fronte a un bivio che c’impone una scelta storica: o ci rassegniamo alla strategia criminale che sta trasformando l’Italia ricca in italiani poveri, accettando la perdita totale della nostra sovranità per confluire negli Stati Uniti d’Europa e in prospettiva essere sottomessi al Governo mondiale dei poteri imprenditoriali e finanziari forti, oppure promuoviamo il riscatto della nostra sovranità monetaria, legislativa, giudiziaria e nazionale affrancandoci sia da dall’euro e da questa Unione Europea assoggettata a banchieri e burocrati sia da questa globalizzazione appiattita sulla sola dimensione materiale della modernità .
Liberiamo l’Italia dalla schiavitĂą dell’euro, dall’ingiustizia del signoraggio monetario, dall’inganno del debito pubblico creato dalle banche, dalla dittatura della finanza speculativa globalizzata. Riscattiamo la sovranitĂ monetaria e nazionalizziamo la Banca Centrale d’Italia. Quindi no all’euro, no all’austeritĂ , no al Fiscal Compact, no al Mes (Fondo salva-Stati), no al Patto di stabilitĂ , no al Pareggio di bilancio iscritto nella Costituzione, che ci costringono a sottrarre annualmente 75 miliardi di euro dal fabbisogno interno per corrispondere a dei parametri relativi al rapporto deficit-Pil e debito-Pil nonchĂ© al pareggio di bilancio privi di fondamento scientifico e sconfessati dall’esperienza.
Per superare questa crisi strutturale della finanza e dell’economia globalizzata determinata sia dalla perdita della sovranitĂ monetaria sia dall’esplosione della bolla speculativa dei titoli derivati, l’unica soluzione realistica e costruttiva è l’uscita dell’Italia dall’euro, la nazionalizzazione della Banca Centrale d’Italia, la separazione tra banche commerciali e banche d’affari. Solo se lo Stato potrĂ emettere moneta a credito, l’Italia si affrancherĂ dalla follia suicida che oggi impone allo Stato di emettere titoli di debito, i Bot e i Cct, contraendo sempre piĂą nuovi debiti per pagare gli interessi sul debito. Dal momento che sono le banche ad acquistare l’80% dei titoli di debito dello Stato, mentre sono i cittadini che attraverso le tasse forniscono allo Stato i soldi per pagare i debiti contratti prevalentemente nei confronti delle banche, di fatto le tasse dei cittadini vanno a finire nelle casseforti delle banche. Ed è così che l’Italia si sottomette sempre di piĂą alla dittatura delle banche che si sono attribuite il monopolio dell’emissione della moneta e detengono il 75% del debito pubblico italiano che attualmente ammonta a circa 2.100 miliardi di euro e si traduce in circa 90 miliardi di interessi all’anno.
Con il riscatto della sovranità monetaria lo Stato si attribuirà la prerogativa di emettere la nuova Lira, determinando autonomamente in base all’interesse nazionale il volume del conio, i rapporti di cambio con le altre valute e la politica monetaria.
Grazie alla facoltà di emettere moneta a credito, lo Stato potrà procedere subito a restituire i circa 130 miliardi di euro di debiti contratti con le imprese, consentendo loro di rinascere e mettendole nella condizione di assumere il ruolo di protagoniste dello Sviluppo. Lo Stato potrà inoltre finanziare il nostro vero Piano Marshall, un Piano per la messa in sicurezza del territorio nazionale stimato in 40 miliardi che, dando lavoro a migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori, rilancerà la produzione e i consumi facendo uscire l’Italia dalla recessione, così come metterà delle basi solide ad un nuovo modello di sviluppo incentrato su tre “T”, Turismo, Terra e Tecnologia, salvaguardando e valorizzando il nostro patrimonio ambientale, culturale e umano che sono la nostra vera risorsa sicura e rinnovabile, non clonabile e non delocalizzabile.
Petizione creata da Magdi Cristiano Allam il 08/01/2014
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