Evade l’Irpef per pagare i dipendenti. Il giudice lo assolve

giust23 NOV – “Scusate, ma ho preferito pagare i miei dipendenti e i miei fornitori“. Un imprenditore di Monselice, provincia di Padova, ha giustificato così il mancato pagamento delle tasse. Stretto dalla morsa della crisi economica, l’uomo, un 70enne, non ha saldato le ritenute dell’Irpef per un totale di 58 mila e 30 euro. Ha dato quei soldi ai lavoratori, ha versato le rate di mutui e fidi bancari. La procura lo ha mandato a processo chiedendo rimborso e condanna a sei mesi di reclusione. Ma il giudice ha dato ragione a lui: “Non c’è dolo”.

Il giudice padovano Daniele Marchiori ha assolto l’imprenditore dall’accusa di aver evaso le tasse e di essersi intascato i soldi. Secondo il togato, infatti, la decisione dell’imputato non era dettata dalla necessità di evadere il Fisco ma semmai dalla necessità vista la crisi economica e la difficoltà a versare lo stipendio ai dipendenti. L’alternativa di fronte alla quale si è trovato l’uomo era la seguente: o pagava subito l’Irpef e falliva, oppure faceva slittare il pagamento salvando il lavoro suo e dei suoi dipendenti.

Il giudice ha pienamente accolto la tesi del difensore, l’avvocato padovano Davide Druda, che aveva impugnato il decreto penale di condanna al pagamento di una multa di 2.280 euro, firmato dal gip Sonia Bello. Secondo il giudice, dunque, è mancato l’elemento psicologico del reato. Ora all’imprenditore restano da pagare le ritenute non versate, a rate e maggiorate del 30 per cento, oltre a interessi e oneri a favore di Equitalia per un importo totale pari quasi al doppio della contestata “evasione”.

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