RAI, Brunetta: per Gubitosi unico passo decoroso sono le dimissioni

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16 ott – Segna una nuova puntata la vicenda che ha per protagonisti Renato Brunetta e Luigi Gubitosi, il primo impegnato in una battaglia per la trasparenza dei compensi dei conduttori Rai, iniziata durante una puntata di Che tempo che fa proprio per la richiesta del capogruppo Pdl alla Camera di conoscere il compenso del conduttore Fabio Fazio, il secondo nella difesa della Rai di cui è direttore generale. “Ci sono professionalità, come quella di Fazio ma anche altre, che sono un grande valore per la Rai e per i telespettatori. Fazio peraltro non è un costo per l’azienda, ma una fonte di profitto e garantisce un’informazione trasparente, seria e di altissima qualità”, aveva affermato Gubitosi a proposito del compenso del conduttore.

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Ribatte Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera:

Non si possono che chiedere le dimissioni del dirigente pubblico di una televisione di servizio pubblico, com’è la Rai, dopo le gravi, inaccettabili dichiarazioni del direttore generale della Rai, Gubitosi, che ho già censurato nella sede istituzionale della Commissione di Vigilanza. Non è tollerabile che un dirigente pubblico vanti l’equilibrio, il pluralismo e la “trasparenza” dell’informazione di “Che tempo che fa” e di Fabio Fazio, in spregio alle sentenze di condanna dell’Authority, che la legge ha preposto a giudicare il rispetto delle regole.

È indecente la provocazione delle lodi sperticate a Fazio di fronte alla certificazione puntuale fornita dall’AgCom sulla base dei dati dell’Osservatorio di Pavia, che non è una propaggine mia o del Pdl. Bastino questi numeri per il ciclo di trasmissioni 2012-2013: “PD: 61,96% del totale del tempo di parola fruito dai soli soggetti politici; PDL: 5,17% del totale del tempo di parola fruito dai soli soggetti politici”. Un rapporto di dodici a uno a favore del Partito democratico. Gubitosi rifiutando di accettare queste evidenze si installa su un tronetto di arroganza insultando il Parlamento, da cui sono partiti interrogazioni ed esposti che hanno percorso vie istituzionali fino ad approdare ad un ordine di riequilibrio destinato alla Rai.

Se crede, Gubitosi, con le sue insolenze, di mettere in riga ai suoi comandi i parlamentari, si sbaglia di grosso. Pensi piuttosto a far lavorare bene gli oltre diecimila dipendenti della Rai, invece che curarsi di favorire sicuramente con molto garbo i suoi prediletti. Non si accorge di offendere la sensibilità di tanti che fanno fatica a tirare alla fine del mese, distribuendo come confetti milioni di euro del canone versati da pensionati che poi i vari Fabio Fazio e Michele Serra piangono con educate lacrime durante le loro caramellose trasmissioni?

Dopo queste esibizioni di arroganza – ripeto – l’unico passo decoroso che resta a Gubitosi sono le dimissioni.