20 ago – “Siamo sposate, non siamo lesbiche, il nostro bacio in bocca era una espressione di gioia per una vittoria che aspettavamo da otto anni e non una protesta”.
A dirlo sono le due atlete russe Ksenia Rizhkova e Iulia Gushina, vincitrici della medaglia d’oro nella 4×400 ai Mondiali di atletica di Mosca. Smentito, quindi, qualsiasi intento polemico nei confronti della cosiddetta legge anti-gay approvata a inizio giugno dal governo Putin.
“Siamo indignate per l’interpretazione dei media occidentali – hanno aggiunto -, è un insulto a noi e a tutta l’atletica leggera”.
Un bacio che era quindi solo gioia, gioia per la vittoria e per tutto quello che c’è dietro (parliamo di fatica e sacrifici) e nulla più. Anche perché nei paesi dell’est un bacio sulle labbra è prassi quasi comune tra le donne, come gesto d’affetto e di saluto. Ed invece lo si è trasformato in un messaggio politico, anti Putin, anti Isimbaeva, pro gay e chi più ne ha, più ne metta. Balle, tutte balle.
Chi ha perso? Lo sport in generale, e la società che ha dimostrato ancora una volta scarsa cultura sportiva.