Prevenire gli sbarchi a Lampedusa? Boccia indica le possibili soluzioni in 7 punti

portopalo31 lug – L’ipocrisia è di coloro (classe politica in testa seguita dalle varie organizzazioni legate al carrozzone ONU) che blaterano solamente senza mai, sottolineo mai, proporre giuste soluzioni, se non definitive, almeno utili a limitare le conseguenze del penoso fenomeno.

La cresta, su questo tipo di tragedie, è di tutte quelle organizzazioni, alto commissariato ONU per i rifugiati in testa, inefficienti e quasi volutamente senza alcuna programmazione preventiva, con i loro responsabili capaci solo di parlare sempre e solo di banali principi di solidarietà.

Che fare dunque? Ci sono soluzioni? Ho la fortuna, signor direttore, di conoscer personalmente, molti di quei Paesi da dove provengono suddetti emigranti. Ebbene se si attuassero alcune iniziative (tutte a costo quasi zero!!!!!!!!), di certo qualche risultato si otterrebbe, ed almeno si potrebbe affermare “Abbiamo tentato di tutto!”

1) Far passare sulle televisioni e giornali dei vari Paesi (Nigeria, Bangladesh, Costa d’Avorio, Senegal, India, Pakistan…), a più riprese, un intervista al Ministro degli esteri italiano, che sconsiglia l’arrivo avventuroso a Lampedusa (mostrando le reali immagini degli alti rischi ad esso legato),

2) Intervista dei nostri vari Ambasciatori, in detti Paesi, che mettano in guardia chi volesse avventurarsi per raggiungere la Libia. Invitando altresì a diffidare dai cosiddetti mediatori.

3) Far arrivare, su tutti i telefonini locali, messaggi di dissuasione, da parte dei relativi Ministeri dell’Interno, che attenzionino i giovani a non credere con facilità, al “miraggio Europa”, ed invitino tutti a denunciare i “mercanti” senza scrupoli di questi viaggi organizzati,

4) Supportare tutte le Missioni presenti in loco, affinchè avvisino i giovani sui pericoli insiti in un avventuroso viaggio a Zouhara (città libica da dove partono, il 99,9% dei barconi),

5) Accordarsi con google, youtube o chicchessia, affinchè mettano in rete, in evidenza, immagini reali delle tragedie costanti che avvengono nel Mediterraneo,

6) Inviare le nostre Commissioni Esteri Camera e Senato a visitare detti Paesi a rischio, con particolare riferimento a Dakar, Benin City, Cotonou, Ndjamena, Melilla….. In questo caso sarebbero, una volta tanto, soldi pubblici veramente ben spesi per “Missione”,

7) Ogni Governo della Comunità Europea, attui anch’esso gli stessi punti di cui sopra.

Quanto costerebbe il tutto? Poco talmente poco, che a confronto dei milioni, milioni e milioni di euro spesi per i soccorsi, accoglienza, vitto, trasferimenti, spese mediche, trasferimenti, accertamento delle generalità, rilascio di documenti ed altro ancora, sarebbe più o meno lo 0,000000000001 %

Cordiali saluti. – Giovanni Boccia