I dipendenti si appellano ai Consiglieri comunali: non votate la delibera “Benicomuni”.

IMOLA 26 GIU – Questo l’appello dei dipendendenti del Comune di Imola da tempo  in agitazione e in queste ore più che mai, con una serie di manifestazioni che vanno dall’asseblea al presidio e domani l tentativo di occupazione del Consiglio comunale per contrastare la scelta del Comune di Imola di costituire una società la gestione e manutenzione del Patrimonio Comunale. L’appello è rivolto ai Consigleiri comunali che domani nella seduta del Consiglio del Comune di IMola voteranno favorevolmente o contriariamente alla delibera di attuazione della nuova società.

Questo il Comunicato:

Gentile Consigliere, domani in Consiglio Comunale Le sarà sottoposta l’approvazione della costituzione della nuova società strumentale partecipata denominata “Benicomuni” cui verrà delegata la gestione e manutenzione del Patrimonio Comunale.

Poche decisione nell’arco degli ultimi decenni hanno avuto pari importanza  per i Cittadini e per il futuro della nostra città per cui, noi dipendenti che ci troveremo ad operare all’interno della stessa, siamo molto preoccupati.

Ci auguriamo pertanto che Lei sia adeguatamente informato e si sia documentato, come abbiamo fatto noi, su ciò che andrà a votare.

In ogni caso vorremmo  evidenziare alcuni temi che se ben approfonditi metterebbero in luce l’inconsistenza del nuovo progetto societario che non porta alcun beneficio ne’ al Comune ne’ ai Cittadini Imolesi.

  • non vi è alcun vantaggio economico per il Comune ma anzi a parità di esborso di denaro (tramite il canone), aumenta di molto  la quota parte  di spese in carico al Comune indotte dal mantenimento della società a scapito della somma reale investibile per la manutenzione delle sue opere e infrastrutture. La società si reggerà quasi per la totalità con il canone che il Comune corrisponderà ma questo sarà gravato dall’IVA per il suo intero importo (incluso il costo dei dipendenti ora non soggetto ad IVA per circa 600.000 euro almeno) che ovviamente diverrà per il Comune una spesa in più,  poi vi saranno spese che non si avrebbero quali quella per l’Amministratore delegato, per contabilità e  controllo di gestione, gestione del personale, servizio prevenzione ecc.
  • L’ efficientamento e la maggiore produttività vantate non sono supportati da alcuna motivazione, in quanto non è riportato in alcun documento come questo avverrà.  Al contrario è scritto che ci sarà un calo di risorse umane (che faranno le stesse cose) a fronte di nessuna assunzione programmata, e d’altra parte essendo sottoposta la società al medesimo vincolo sul personale del Comune non potrebbe  essere diversamente. Ci saranno investimenti risibili e dilazionati nell’arco di nei mezzi d’opera (20.000 euro nel 2014 per attrezzature e 30.000 euro nel 2015 per automezzi); non sono previste risorse per la formazione ne’ per l’acquisto di software specifici (perdendo nel contempo l’importante contributo del servizio interno del Comune).
  • Non vi è stata nello studio alcuna analisi costi-benefici ne’ una valutazione per individuare il modello migliore per la gestione e la manutenzione stante il quadro attuale ma solo una valutazione che è possibile fare questa società. Non è stato indicato alcun modello organizzativo, diverso dall’attuale che possa  rendere la gestione più efficiente e flessibile e nessuno, è mai venuto a verificare come le attività vengono svolte; non esiste alcuna valutazione dei processi produttivi e dei risultati in questi anni ottenuti in relazione ai mezzi disponibili ;  non vi è alcuno studio sugli eventuali sprechi del modello organizzativo attuale; non è stata eseguita alcuna analisi in merito ai reali bisogni della comunità ed alle eventuali carenze nell’erogazione dei servizi; si prevede che le funzioni di programmazione e controllo rimangano all’interno del Comune con il rischio che la nuova struttura presenti già carenze nelle competenze o peggio ancora un raddoppiamento dei ruoli.
  • Il percorso intrapreso di esternalizzazione di servizi manutentivi propri del Comune  non ha nulla di innovativo, infatti è stato attuato da un gran numero di Pubbliche Amministrazioni a partire dalla fine degli anni ’90, e spesso non ha portato benefici, ne’ ai lavoratori, ne’ ai cittadini (privatizzazione dei servizi, incremento di tariffe e tributi). Una percentuale altissima e crescente è in gravi difficoltà economiche anche vicino a Noi (Casalecchio,  Sassuolo, ecc.) tanto che la Corte dei Conti si è pronunciata più volte riguardo il fatto che non hanno dato i risultati sperati. La corte dei conti dell’Emilia Romagna ha affermato non più di 2 mesi fa:  “L’evoluzione della legislazione in tema di società partecipate pubbliche è stata caratterizzata, a partire dai più recenti interventi legislativi, da un netto disfavore verso l’utilizzazione dello strumento societario come modello di organizzazione scelto dai soggetti pubblici per lo svolgimento delle proprie funzioni e servizi. Alla base di tale mutato atteggiamento del legislatore devono essere individuate ragioni di tutela della concorrenza e del mercato, nonchè la necessità di limitare l’utilizzo delle società partecipate quale strumento per eludere l’applicazione della normativa relativa al patto di stabilità interno, ai vincoli in tema di assunzione di personale o di indebitamento, alle procedure ad evidenza pubblica.” Corte dei conti Emilia Romagna Del.9/2012-febbraio 2012. Nei giorni scorsi si sono sempre fatte più concrete le ipotesi di nuovi provvedimenti legislativi  tesi all’ulteriore disincentivo fino praticamente alla proibizione di tali società  che potrebbero portare in breve tempo a problemi molto pesanti per quella pensata ad Imola. E possibile che in ambito nazionale si lavori (nella maggioranza c’è anche il PD) per  far cessare queste forme societarie e in ambito locale si pensi a crearne di nuove ipotecandone di conseguenza un futuro fallimentare? Perchè non attendere una maggiore  chiarezza   prendendosi il tempo per approfondire i temi con una approfondita analisi Costi-Benefici   valutando anche altre ipotesi? 
  • A maggiore chiarimento è bene precisare che:

◦        il  Patto di Stabilità  vige anche per la nuova società ivi inclusi i vincoli per le nuove assunzioni

◦        il codice degli appalti  vige anche per la nuova società per cui i tempi di attesa per gli affidamenti degli appalti pubblici e i lacci e laccioli burocratici sono i medesimi per il Comune come per la nuova società

◦        Dal 2014 i Comuni passeranno alla cosiddetta contabilità economica (superando così la serie di limiti legati alla contabilità finanziaria attuale) , vanificando di fatto gli eventuali vantaggi di “flessibilità” tipica delle società private

◦        con le risorse assegnate si dovrà continuare a ricorrere all’appalto di gran parte delle attività manutentive;

  • La nuova società in quanto strumentale non potrà fornire prestazioni ad altri se non al Comune stesso, pertanto non potrà essere dato seguito alla possibilità dichiarata nel Contratto di servizio Quadro in base al quale “Il Comune riconosce inoltre il diritto e l’opportunità per new co srl, anche al fine di realizzare positive economie di scala che consentano un miglioramento globale del servizio, di estendere la propria offerta di servizi a soggetti terzi, ma per il tramite del Comune di Imola”; in altre parole dovranno cessare le prestazioni che attualmente vengono erogate a favore di altre società partecipate (Area Blu, Soc. Osservanza, Con.Ami) o Comuni (Mordano) da parte dei dipendenti del Comune che passeranno alla nuova società. La L.248/2006 Decreto Bersani, art. 13, più volte richiamata nei documenti  dice che la società strumentale “deve operare esclusivamente con gli enti costituenti o partecipanti o affidanti, non possono svolgere prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati, ne’ in affidamento diretto ne’ con gara”. Tale disposizione, è tassativa anche qualora si cerchi di eluderla facendo passare la prestazione tramite il Comune di Imola come rilevabile anche dal Garante per la concorrenza che in un caso simile interverrebbe.
  • Secondo i documenti in approvazione le prestazioni a canone (che il Comune eroga alla Nuova Società  comprendono solo la manutenzione ordinaria mentre  le opere di manutenzione straordinaria, restauro, ristrutturazione e nuova costruzione vanno finanziate con canone aggiuntivo, ciò significa che per ogni opera che rientri nella manutenzione straordinaria occorrerà un apposito stanziamento da parte del Comune con reperimento delle risorse ed eventuale variazione di Bilancio e conseguenti tempi di   approvazione, esattamente come avviene ora. Per fare un esempio la società si occuperà di chiudere i buchi delle strade con i soldi del canone con asfalto a freddo o al massimo di ripristinare un tappetino (la parte più superficiale) consumato ma non di ripristinare una asfaltatura malandata; oppure potrà sistemare i coppi spostati di un edificio, imbiancare le pareti, riparare una presa elettrica che non funziona ma non rifare un coperto, modificare un muro o integrare un impianto elettrico con altre prese o dispositivi che andranno tutti finanziati con risorse aggiuntive.
  • In questi giorni è d’attualità l’emergenza terremoto, alcuni di noi sono andati in aiuto mettendo a disposizione le proprie competenze. Come sarà affrontato in futuro ad Imola uno stato di emergenza come questo o anche meno grave come l’emergenza neve? Il personale tecnico quale sarà? Quella decina di persone che rimarranno dipendenti del Comune od il personale dipendente della società.

Per quanto riguarda le presunte  garanzie offerte ai dipendenti:

  • Il personale ceduto assieme alle funzioni e non sarà più dipendente del Comune ma di una s.r.l.; non potrà rientrare come e quando vorrà perchè il suo posto di lavoro non esisterà più perchè saranno trasferite, appunto, le funzioni; l’obbligo del reintegro in caso di cessazione di attività della società non è così certa (vi sono numerose sentenze della Corte dei Conti al riguardo); in particolare è bene ricordare che proprio poco più di un mese fa a seguito della cessazione di una società Piemontese simile alla nostra imposta da disposizioni legislative nazionali  la Corte dei Conti Torinese ha rimandato la decisione a quella nazionale, in quanto non è chiaro se prevalga il diritto dei lavoratori o le norme di equilibrio di bilancio che impediscono nuove assunzioni (o reintegri); anche qui non sarebbe del caso di attendere una maggiore chiarezza?
  • In caso di cambio di ragione sociale della società ogni dipendente transitato nella nuova società potrebbe perdere la propria posizione previdenziale e dover provvedere ad un ricongiungimento oneroso della contribuzione ex – Inpdap in Inps.
  • Nel documento sottoscritto da alcuni sindacati per garantire almeno per quanto possibile i propri lavoratori vi sono alcuni generici impegni dell’Amministrazione ma non esiste nessuna norma che li obblighi a mantenere tali impegni se non le dichiarazioni rassicuranti che Sindaco ed Amministratori quotidianamente comunicano; purtroppo il Sindaco  è pro-tempore e chi viene dopo di lui (fra 1,  5, 10 o 20 anni) può non avere le medesime convinzioni in merito alla convenienza della società ed è legittimato a fare scelte diverse; parimenti possono esserci disposizioni legislative che obbligano a cambiamenti sostanziali se non a chiusura della società incidendo profondamente sullo status lavorativo di chi è transitato da un ente pubblico a una società privatistica.
  • L’Amministrazione non ha sentito alcuna necessità  di discutere le ragioni della scelta di costituire una nuova società e  l’idea che qualsiasi forma di innovazione debba passare attraverso una fase di scontro non pare particolarmente permeata da quei principi di partecipazione, negoziazione, coordinamento, chiarezza nei ruoli, ascolto attivo, coerenza, che tutti auspichiamo e ci aspettiamo nel solco di una tradizione consolidata in questo territorio.

Alla luce di tutto ciò la prima domanda di ognuno di noi è “perchè costituire una società di questo tipo?” e non essendoci alcuna risposta credibile riteniamo sia lecito porsi dubbi sulla sua tenuta nel tempo e quindi sul futuro di chi vi è all’interno.

Solo dal 2008 al  2010 anno di riferimento per i calcoli dello studio di fattibilità la spesa del Comune per la manutenzione pura negli appalti è calata del 35-40%; rispetto a pochi anni prima gli investimenti attuali toccano quote del 65% in meno per tipologia; il personale operativo è calato dal 2006 di percentuali per servizio dal 35 al 49%; Il mezzo operativo più recente ha 4 anni, quello più vecchio 26 anni, la maggior parte dei mezzi e attrezzature ha più di 10 anni, molti sono stati dismessi perché pericolosi e non rimpiazzati,  mentre strade, aree verdi e immobili da manutenere sono sempre aumentati (36% le aree verdi).  Nello studio non è stata fatta alcuna analisi sui livelli attuali dello stato manutentivo degli spazi ed edifici pubblici, ne’ una comparazione dei dati con altre realtà ma  è stato dichiarato che il Comune sarà obbligato ad   “una programmazione più precisa dei livelli manutentivi” con poco più di 10 milioni messi a disposizione che depurati dell’IVA diventano poco più di otto. Su che base può essere fatta tale programmazione visto che è stato determinato un importo senza alcuna analisi dei fabbisogni quantomeno minimi

 Ma la cosa che più di tutte è per noi grave e avrà un peso rilevante per il futuro della città è la perdita di valore dato dal senso di appartenenza  di ognuno di noi di lavorare per il Comune  rispetto a quello che si ha per il lavoro in una società chiunque ha avuto rapporti con una impresa o una società si renderebbe conto come cambia il modo di agire di chi è al loro interno rispetto a chi è dentro un Ente Pubblico: in questo secondo caso l’obiettivo di ogni dipendente e la motivazione principale di ogni dipendente è quello del bene Comune, mentre nel primo sono gli obiettivi societari che spesso non coincidono con il Bene Comune.

 In conclusione Gentile Consigliere, alla luce delle considerazioni che Le abbiamo proposto Le chiediamo di votare contro la Costituzione della nuova società di scopo e di proporre un percorso virtuoso e maggiormente partecipato di analisi delle situazione attuale al fine di poter valutare e approfondire soluzioni che possano dare una risposta più adeguata alle problematiche esistenti. O quantomeno di richiedere un approfondimento sulle tematiche qui proposte ed affrontarle così in maniera più circostanziata e precisa.

I dipendenti del Comune di Imola

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