“Troppi negri tra i dipendenti”: condannato direttore di Extrabanca

MILANO, 26 Mar – Il Tribunale del Lavoro di Milano ha condannato Extrabanca per comportamenti discriminatori.
Secondo il giudice Fabrizio Scarzella, l’istituto di credito nato per offrire
servizi agli immigrati, ha tenuto nei confronti di un dipendente “comportamenti illeciti”.

Dalla sentenza emerge infatti che il presidente di Extrabanca, Andrea Orlandini, ha cercato di dissuadere il dipendente dal candidarsi alle elezioni comunali accomunandolo “agli zingari e ai musulmani che vogliono rovinare Milano”, sostenendo che lui e un suo collegano erano “due negri africani” che stavano “creando troppi problemi”, che “avere troppi negri non poteva giovare alla banca” e che era pertanto meglio assumere “una persona con un colore più chiaro”.

Oltre al presidente, anche un altro dirigente di Extrabanca si è rivolto
al dipendente con un linguaggio discutibile. Dalla sentenza emerge infatti che “in alcune occasioni” questo dirigente “all’uscita da riunioni
ove erano presenti persone di colore, proferiva spesso frasi a sfondo razzista come negroni, extra comunitari in senso dispregiativo”.

Il giudice ha ordinato a Extrabanca di affiggere nella sede milanese un comunicato che non solo riporti il testo della sentenza, ma “inviti tutto il personale ad astenersi, nei rapporti tra colleghi e nelle riunioni di lavoro, da espressioni volgari od offensive a sfondo razziale”. Al
dipendente la banca dovrà versare 5mila euro di risarcimento.

Due anni fa, in occasione dell’apertura in Via Pergolesi, nel nome del processo di integrazione persino il presidente Giorgio Napolitano aveva mandato il suo augurio a Extrabanca, “la prima banca dedicata prevalentemente, ma non esclusivamente, ai cittadini stranieri residenti in Italia”, si legge sul sito. Invece oggi Extrabanca è stata condannata per razzismo ai danni di un dipendente di origine senegalese. L’ordinanza è stata firmata dal giudice del tribunale del lavoro Fabrizio Scarzella e costituisce la prima condanna in Italia in sede civile per molestie razziali sul luogo di lavoro ai sensi dell’articolo 2 comma 3 del decreto legislativo 215 del 2003 sulla parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza. Ad avviare la causa, assistito dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, è stato un impiegato dell’Ufficio crediti di Extrabanca candidato ma non eletto alle ultime elezioni comunali nella “Lista civica per Pisapia sindaco”. Un italiano di origine senegalese che proprio in occasione della sua candidatura si è sentito rivolgere insulti razzisti dal presidente e da un dirigente dell’istituto di credito. Scarzella ha condannato per discriminazione la spa, imponendole di risarcire il dipendente con 5mila euro e di divulgare la sua decisione tra gli altri dipendenti, invitandoli ad astenersi, nei rapporti tra colleghi e nelle riunioni di lavoro, da simili comportamenti.

Poco importa, conclude liquidando la tesi difensiva, “la specifica e speciale connotazione razziale della banca resistente e del personale ivi impiegato, trattandosi di circostanza sicuramente apprezzabile da un punto di vista sociale, imprenditoriale e lavori stico, ma di per sá sole inidonea a escludere o attenuare la gravità della eventuale commissione di condotte illecite, anche a sfondo razziale, da parte di uno o più dirigenti tenuto oltretutto conto che la presenza, fra il personale impiegato, di persone straniere appare anche sicuramente prodromica a una migliore gestione da un punto di vista linguistico, etnico e funzionale, dei rapporti commerciali con una clientela prettamente straniera”. Di conseguenza Scarzella ha dichiarato “il carattere discriminatorio della condotta tenuta da Extrabanca spa” e ordinato “a Extrabanca, in persona del legale rappresentante pro-tempore, l’immediata cessazione dei descritti comportamenti illeciti anche attraverso la diramazione e l’affissione, presso la sede di Milano, entro il 2 aprile 2012, di un comunicato contenente il dispositivo del presente provvedimento e il richiamo alla ‘carta valori’ (della resistente) che inviti tutto il personale a astenersi, nei rapporti tra colleghi e nelle riunioni di lavoro, da espressioni volgari o offensive a sfondo razziale” Infine “condanna Extrabanca, in persona del legale rappresentante pro tempore, a corrispondere al ricorrente euro 5mila”. Poco dopo aver presentato il ricorso il dipendente è stato sospeso dal lavoro.

Tratto integralmente da: Affari Italiani

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