Lega nella bufera Pm: mazzette per un mln. Boni si dichiara estraeneo ai fatti.

MILANO 6 Mar – Davide Boni risulta indagato per corruzione insieme a un suo stretto collaboratore nell’ambito di un’ inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo. Secondo l’accusa i soldi – un milione di euro –  sarebbero arrivati al Carroccio attraverso un sistema di tangenti con tramite l’esponente locale Marco Paoletti, anche lui indagato. Boni si dichiara estraeneo ai fatti.

L’inchiesta è nata da un’indagine su un giro di tangenti che riguardano i vecchi amministratori del Comune di Cassano D’Adda, che aveva portato all’arresto dell’allora Sindaco.

A dare impulso al nuovo filone investigativo che ha coinvolto presidente del Consiglio regionale lombardo Davide Boni sarebbero stati una serie di dichiarazioni rese agli inquirenti dall’architetto Michele Ugliola anche lui indagato per la vicenda che riguarda il comune del milanese e coinvolto anche nel caso Montecity-Santa Giulia.

Dopo l’annuncio dell’indagine, il compagno di partito Andrea Gibelli, nonché vicepresidente della Regione Lombardia, riferisce di aver sentito il collega sereno e che nelle prossime ore, deciderà il da farsi sulla sua posizione. Mentre Gian Paolo Gobbo Sindaco di Treviso suggerisce:  ‘Sara’ lui a decidere cosa fare ma se fossi in lui mi dimetterei da Presidente oggi stesso, anche per essere piu’ libero nella difesa”.

Ovviamente gli avvoltoi delle opposizioni sono uniti nel chiederne le dimissioni e lo scioglimento anticipato del Consiglio, per andare a nuove elezioni. L’obiettivo – dopo aver preso il Comune di Milano – è il Pirellone.

Ma, a coloro che soffrono di amnesia patologicaconclamata è bene ricordare che l’informazione di garanzia è un istituto previsto dall’art. 369 del Codice di Procedura Penale italiano attraverso il quale una persona viene avvertita di essere sottoposta a indagini preliminari (quello che dovrebbe essere considerato un esercizio di garanzia civile e democratico) ossia di quella fase processuale in cui si raccolgono elementi utili alla formulazione di una imputazione.

Tale avviso contiene un invito ad esercitare tali facoltà davanti Pubblico Ministero e garantisce alla persona indagata la possibilità di essere assistita da un proprio difensore di fiducia. Tale informazione oltre ad indicare le norme che si intendono violate e la data e il luogo di tale violazione, mira a garantire l’esercizio del diritto di difesa soltanto per gli atti cui i difensori hanno diritto di assistere.

Nella prassi, è sottointeso un diritto dell’accusato e del suo difensore ad apprendere in prima persona dei capi d’accusa o delle ipotesi di reato a suo carico, e non a mezzo stampa, ovvero che la notizia debba essere prima comunicata al diretto interessato ed eventualmente in un secondo momento resa di pubblico dominio. Ora, siccome in questo paese giustizialista, la delazione viene praticata per decreto, gli avvisi di non-garanzia si ricevono tramite i servi utili ai poteri forti e al giudiciume della magistratocrazia, per l’indagato, significa gogna mediatica e condanna preventiva.

Personalmente, ho avuto il piacere di conoscere Davide Boni e penso che sia stato coinvolto in una campagna di denigrazione condita dal complotto giustizialista per trarne vantaggi in vista delle prossime elezioni a danno della Lega Nord .

Penso anche ciò che diceva Giuseppe Prezzolini: “Non è vero, in modo assoluto, che in Italia, non esista giustizia. E’ invece vero che non bisogna chiederla al Giudice, bensì al Deputato, al Ministro, al giornalista, all’avvocato influente ecc. In Italia non esiste giustizia distributiva. Ne tiene le veci l’ingiustizia distributiva. Per cinque anni il Sindaco, oppure il Deputato, il Prefetto, il Ministro del partito rosso perseguita gli uomini del partito nero e distribuisce cariche o stipendi agli uomini del partito rosso. Il Sindaco del partito nero fa tutto il rovescio dell’altro; distribuisce cariche e stipendi agli uomini del partito nero e perseguita gli uomini del partito rosso. Così l’ingiustizia rotativa tiene luogo della giustizia permanente”. Ora siccome non avevano fatto i conti sul fatto che potesse contare anche il partito verde, il partito rosso si è unito a quello nero per perseguitare gli uomini del partito verde.

Armando Manocchia

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