Silvia Romano, ira di Sgarbi: “la denuncia la faccio io”

Di Valentina Dardari – Su Silvia Romano non si sono certo placate le acque, anzi. Dopo insulti, minacce sui social e il lancio di una bottiglia di birra contro la finestra della sua abitazione milanese, adesso forse si passerà a un’aula di tribunale. A minacciare la denuncia nei confronti della cooperante è Vittorio Sgarbi, indagato dai pm riguardo al suo post su Facebook, contro cui ha subito puntato il dito la sinistra.

Sulla pagina del social aveva scritto: “Se mafia e terrorismo sono analoghi e rappresentano la guerra allo Stato, e se Silvia Romano è radicalmente convertita all’islam, va arrestata (in Italia è comunque agli arresti domiciliari) per concorso esterno in associazione terroristica. O si pente o è complice dei terroristi”. Apriti cielo per il post finito subito sotto accusa. Vittorio Sgarbi, in una intervista a Libero, ha sottolineato che le accuse rivolte verso di lui sono una follia, in quanto non avrebbe minacciato o insultato nessuno. Avrebbe unicamente espresso i suoi dubbi e la sua opinione da parlamentare, tutelata dall’articolo 68 della Costituzione.

La denuncia ai carabinieri – – E ha poi aggiunto che a breve sarà lui a recarsi dai carabinieri per chiedere che vengano valutate le affermazioni espresse da Silvia Romano e il suo grado di pericolosità. Il dubbio che attanaglia Sgarbi è presto detto: “Cosa può fare: parla e basta o potrebbe mettersi nelle condizioni di favorire un attentato? Se i terroristi islamici la chiamassero per dirle: vogliamo mettere una bomba in Vaticano, li denuncerebbe come farebbe un pentito o li aiuterebbe come un convertito? La differenza è tutta qui: se un mafioso è pentito lo ascolto, se è attivo lo arresto”. Sgarbi ha reso noto di aver scritto al presidente della Camera per ribadire che quanto esternato rientra nei suoi diritti di deputato.

A Trento, sei consiglieri provinciali di sinistra, hanno chiesto a gran voce che gli venga tolta la presidenza del Mart di Rovereto. Secondo Sgarbi è assurdo, visto che con le sue parole non ha mai paragonato la fede religiosa a un comportamento criminale. Il problema per lui, non è che Silvia si sia convertita all’islamismo, ma piuttosto, che abbia tenuto a sottolineare la correttezza del gruppo terroristico affiliato ad Al Qaeda. Sgarbi ha poi chiesto se sia “lecito considerare corretto un atto estorsivo della mafia, o il comportamento di un gruppo terroristico di cui Aisha è contemporaneamente vittima e sostenitrice? Si tratta di una contraddizione pericolosa che la rende una complice, potenziale, di comportamenti criminali, e attuale di propaganda”.

Silvia ha parlato bene dei suoi sequestratori – – Si è detto inoltre d’accordo con l’affermazione di Pagano, il deputato leghista che durante un suo intervento in aula ha definito la ragazza una neo-terrorista. Sgarbi ha insistito sul fatto che la cooperante, anziché giudicare negativamente i suoi carcerieri, abbia in poche parole detto che sono bravi. E sul fatto se la 25enne possa essere pericolosa, il parlamentare ha così risposto: “Probabilmente non è pericolosa la persona, ma di certo lo è ciò che le hanno fatto dire: ha fatto da ventriloquo ai terroristi, l’hanno usata come cavallo di Troia”.

Secondo Sgarbi, Aisha non dovrebbe essere messa sotto scorta, in quanto quelli in pericolo siamo noi cittadini. Non esclude che un giorno possa compiere un atto terroristico. Sulla diatriba riguardante il pagamento del riscatto, che a Di Maio non risulterebbe esserci stato, Sgarbi ha replicato: “A me sembra che il portavoce di Al Shabaab abbia detto che i soldi del riscatto verranno usati per la jihad. I comunisti una volta si dissociavano dalle Br. Oggi comunisti e grillini si associano ai terroristi. È una cosa inaudita: si chiama associazione esterna…”.

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