Il materiale genetico del virus Sars-Cov-2 può essere trovato nelle acque di scarico, permettendo quindi di usare questo tipo di campionamenti come ‘spia’ della presenza di un focolaio epidemico. Lo suggerisce uno studio condotto a Roma e Milano dal gruppo guidato da Giuseppina La Rosa del Reparto di QualitĂ dell’Acqua e Salute Del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di SanitĂ , che sarĂ pubblicato a breve.
”Abbiamo selezionato e analizzato per la ricerca del virus, un gruppo di 8 campioni di acque di scarico raccolti dal 3 al 28 febbraio a Milano e dal 31 marzo al 2 aprile a Roma – spiega La Rosa -. In 2 campioni raccolti nella rete fognaria della zona Occidentale e Centro-orientale di Milano è stata confermata la presenza di RNA del nuovo coronavirus. Nel caso di Roma, lo stesso risultato positivo è stato riscontrato in tutti i campioni prelevati nell’area orientale della cittĂ .
Il ritrovamento – sottolinea Luca Lucentini, direttore del Reparto di QualitĂ dell’Acqua e Salute dell’Iss – non ha nessun rischio. Il risultato rafforza le prospettive di usare il controllo delle acque in fognatura dei centri urbani come strumento non invasivo per rilevare precocemente la presenza di infezioni nella popolazione.
Nella fase 2 la sorveglianza potrĂ essere utilizzata per monitorare in modo indiretto la circolazione del virus ed evidenziare precocemente una sua eventuale ricomparsa, consentendo quindi di riconoscere e circoscrivere piĂą rapidamente eventuali nuovi focolai epidemici. Una strategia che viene giĂ usata per altri virus, come quello della polio. Aver trovato RNA virale, che quindi non necessariamente rappresenta un virus infettivo”.
Parigi, tracce di coronavirus in acqua non potabile

